Finanza

L’ ABS nella “macchina” dell’economia

Oggi parleremo di ABS. Sgombriamo subito il campo da qualsiasi dubbio: non stiamo parlando dell’Antilock Braking System, tipico delle autovetture (ABS, per l’appunto). Piuttosto, facciamo riferimento alle Asset Backed Securities tacciate, da buona parte dei giornalisti (e anche da alcuni economisti), come una delle cause del crollo dei mercati finanziari mondiali nel “lontano” 2008.

Tornate in auge grazie a loro acquisti da parte delle principali banche centrali – la BCE è prossima ad un intervento – le ABS sono in realtà strumenti finanziari che, solo in seguito ad utilizzi non ortodossi degli strumenti stessi, hanno provocato risultati dannosi.

Come spesso avviene, non possiamo esimerci dal porci una domanda: E’ corretto accusare uno strumento (o un’invenzione) di qualcosa che in realtà è da imputare solamente ad un suo utilizzo erroneo da parte dell’essere umano? Anche in questo caso, la nostra risposta è negativa.

Le Asset Backed Securities sono dei titoli derivati, in altre parole dei titoli il cui andamento è legato a quello di un predeterminato strumento sottostante. Nel caso specifico delle ABS, il sottostante è rappresentato da prestiti concessi dalle banche a determinate categorie di clienti, siano essi privati o imprese. Sostanzialmente, stiamo parlando di strumenti il cui fine è di sintetizzare un “pacchetto” di prestiti reali in un unico strumento finanziario.

Le attività raggruppate nelle ABS hanno importi relativamente esigui e non sono facilmente liquidabili, pertanto prese singolarmente non potrebbero essere negoziate su un mercato. Viceversa, attraverso il loro raggruppamento da parte di soggetti – Originator – titolari di portafogli di credito o di altri asset, queste attività possono essere cedute ad un SPV – Special Purpose Vehicle. Questa nuova entità, costituita ad hoc per “trasformare” gli asset reali sottostanti in titoli rappresentativi delle stesse attività, ha anche il compito di collocare i titoli sui mercati finanziari come obbligazioni (spesso strutturate). I proventi del loro collocamento saranno, infine, utilizzati per compensare l’Originator (tipicamente banche o altre istituzioni finanziarie). Questo processo si definisce cartolarizzazione.

In conformità a quanto descritto in precedenza, emerge chiaramente che fintantoché le ABS racchiudono pacchetti di prestiti sufficientemente “affidabili”, il sistema può essere ritenuto efficiente. Tramite questi derivati, infatti, è possibile reperire nuove risorse da investire in altri strumenti e, al tempo stesso, “alleggerire” i bilanci delle banche da prestiti di qualità inferiore. Viceversa, laddove l’uso delle ABS determini un finanziamento a soggetti che (con grande probabilità) non saranno in grado di rimborsare i propri prestiti, i quali saranno in seguito “scaricati” ai piccoli investitori, eccoci di fronte ad un utilizzo scorretto di uno strumento che – in origine – non nasce “malato”!

“Quel che un’epoca sente come male è di solito un contraccolpo inattuale di ciò che una volta fu sentito come bene…” Friedrich Nietzsche

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Leonardo Taronna