Commodity Financing, il “caso” della Cina
Il Commodity Financing e lo “strano” caso cinese. E’ possibile finanziarsi, mettendo a garanzia materie prime, per poi trarre un profitto da arbitraggio?
Oggi parleremo di una delle (numerose) bolle finanziarie che il mondo post-Lehman Brothers – ricorderete l’importante banca d’affari americana, fatta fallire “volutamente” il 15 Settembre 2008 – ha e sta gonfiando tuttora.
Con il termine Commodity Financing si fa generalmente riferimento alla possibilità per un’impresa di finanziarsi mettendo a garanzia dei prestiti, così contratti, i beni (materie prime) di cui dispone.
Gli analisti di una delle maggiori e più influenti banche d’affari mondiali, la Goldman Sachs, stimano che in Cina i finanziamenti ottenuti attraverso il commodity financing siano pari a circa 160 miliardi di dollari. A tal riguardo, giova ricordare che nel caso in cui si pongano in essere operazioni di acquisto e contestuale vendita di materie prime, generando un profitto, si otterrebbe un Arbitraggio (ovvero, un profitto immediato a fronte di assenza di rischio). Fondamentalmente, le aziende cinesi si starebbero finanziando in dollari sul mercato internazionale per comprare materie prime (ferro, in primis, ma anche altre commodities), le quali saranno poi utilizzate come collaterale per garantire i prestiti da loro ottenuti in valuta nazionale e i cui importi saranno in seguito utilizzati per investimenti a tassi d’interesse superiori rispetto ai finanziamenti contratti in dollari.
Alla luce del processo appena descritto, e proprio in ragione della dimensione complessiva che tale ‘mercato’ ha raggiunto, sorgono non pochi timori circa l’effettiva congruenza tra i beni messi a garanzia e i finanziamenti concessi alle imprese cinesi. Ad aggravare la situazione è l’andamento negativo dei prezzi dei metalli industriali, ovvero dei principali beni utilizzati a garanzia di queste operazioni.
Quello descritto non è un fenomeno nuovo per la Cina, tuttavia, senza dilungarci ulteriormente, veniamo al dunque: le Crisi degli ultimi decenni hanno dimostrato che la globalizzazione determina il “contagio” dell’intero sistema economico mondiale nel caso in cui una delle principali Nazioni si trovi ad affrontare situazioni di stress-finanziario (basti guardare cosa è successo con la crisi dei mutui sub-prime negli Stati Uniti d’America e quella successiva dei debiti sovrani in Europa).
Cosa succederebbe all’economia globale se dovesse esplodere anche la bolla generata dal commodity financing e, questa volta, originata in Cina?