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Il business del Fracking: una “bolla” non solo finanziaria

INGEGNERIA FINANZIARIA | FRACKING | FINANZA

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L’Ing. Rita Morena Infante, nostra responsabile per la branca di ingegneria energetica, ha scritto un articolo ad hoc per spiegarci cos’è il fracking. In questo articolo, invece, ci siamo prefissi di trattare le implicazioni economiche e gli strumenti utilizzati per “gonfiare” questa nuova ‘bolla finanziaria’.

Il business del gas naturale, in particolare facciamo riferimento allo shale gas (ovvero al gas prodotto attraverso la tecnica della fratturazione idraulica delle rocce di scisto), è un business maturo, caratterizzato da bassissimi livelli di crescita (una media del 7% ogni 20 anni). L’ingresso prepotente di produttori degli Stati Uniti d’America in questo settore, proprio in seguito alle innovazioni apportate alla tecnica del fracking, ha però stravolto il mercato determinando drastici cambiamenti nel corso degli ultimi anni.

Nel 2013, l’estrazione di gas naturale negli Stati Uniti ha raggiunto i 240 miliardi di metri cubi (secondo i dati diffusi dall’EIA, Energy Information Administration, statunitense). L’intento degli USA è dichiaratamente quello di diventare, entro il 2050, autonomi dalle importazioni di idrocarburi e di creare, entro il 2020, 3 milioni di posti di lavoro.

Fatta questa breve panoramica, passiamo ad affrontare l’argomento da un punto di vista prettamente economico. Nel 2011 le operazioni di M&A (merger and acquisition, fusione e acquisizione) legate al business dello shale gas, hanno prodotto – sul solo mercato di Wall Street – un volume d’affari di quasi 50 miliardi di dollari. Gli strumenti derivati, riconducibili al settore del fracking, messi in circolazione e scambiati sui mercati finanziari mondiali, registrano tutt’oggi volumi ‘pericolosamente’ elevati.

Molti di Voi si staranno chiedendo, a ragione, il perché abbiamo utilizzato l’avverbio ‘pericolosamente’. Come per tutte le altre bolle finanziarie, finché il mercato è composto da operatori professionali, i rischi vengono valutati e gestiti in modo sistematico, essendo questi operatori aziende, banche e società che conoscono approfonditamente il settore nel quale operano. Quando il mercato viene ‘aperto’ ed entrano in esso gli investitori privati – spesso allettati da, potenziali, ingenti guadagni – si corre il rischio di slegare la dinamica dei prezzi (degli strumenti finanziari utilizzati) da quella dei fondamentali economici. A titolo puramente esemplificativo, vi invitiamo ad approfondire la conoscenza dei derivati sul gas naturale (Henry Hub NG) scambiati presso il CME (Chicago Mercantile Exchange) e dei VPP (Volumetric production payment).

In conclusione, possiamo affermare di non essere catastrofisti nel ritenere il fracking una vera e propria bomba ambientale e finanziaria.