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Mercato Obbligazionario: game over?

Mercato Obbligazionario, ©intermediachannel.it

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Riparte il consueto appuntamento con l’in-formazione de La Settimana Economica. Oggi parleremo di obbligazioni e di ciò che è successo di recente sui mercati obbligazionari mondiali.

Come avevamo anticipato più volte in passato, i rendimenti del comparto obbligazionario sono tornati a crescere. Molti lettori potranno ritenere questa circostanza “positiva”, tuttavia la vantaggiosità o meno di quanto sta avvenendo è fondamentalmente legata al timing (ovvero al momento) in cui abbiamo investito o abbiamo intenzione di investire.

Per quanti già detengono obbligazioni – ovvero forme di investimento più sofisticate, ma pur sempre di tipo obbligazionario – i risultati delle ultime settimane non saranno sicuramente soddisfacenti. La conseguenza di un rialzo dei tassi d’interesse è, infatti, un deprezzamento del valore dei titoli obbligazionari (con tassi fissi) detenuti nel proprio portafoglio d’investimenti.

Ciò premesso: è conviene smobilizzare totalmente le proprie posizioni in obbligazioni?

La risposta a questa domanda è strettamente legata a quanto abbiamo già analizzato in passato. Man mano che i rendimenti sul mercato obbligazionario registravano nuovi minimi, abbiamo suggerito di procedere ad un progressivo “alleggerimento” delle proprie posizioni su tale asset-class, al fine di consolidare (almeno in parte) i guadagni fino a quel momento realizzabili, e di procedere alla selezione di alternative opportunità d’investimento.

In questi giorni, i mercati sembrerebbero voler far credere che sul mercato obbligazionario non c’è più valore e, pertanto, dovremmo convincerci a disinvestire totalmente questa tipologia d’investimento. Diversamente, chi scrive ritiene che per alcune tipologie di obbligazioni ciò non sia del tutto veritiero.

Il mercato (spesso) anticipa situazioni che col passare del tempo possono verificarsi o meno. Il rialzo dei tassi d’interesse, effettivamente partito su un’ampia varietà di titoli obbligazionari, potrebbe essere più lento e meno “stressante” di quanto i mercati finanziari stessi vogliano farci credere. Cosa fare allora?

Quanti sono interessati ad incrementare la propria componente sul settore obbligazionario, farebbero bene a non limitare il proprio campo d’osservazione ai confini europei. Se è vero che ormai viviamo in un mondo globalizzato, non si comprende il perché lo stesso non debba valere per gli investimenti.

Quanti, invece, sono entrati sui mercati obbligazionari sui massimi, farebbero bene a valutare la situazione caso per caso: un conto è aver investito in attività palesemente in “bolla” (e, quindi, intrinsecamente prive di valore); discorso diverso andrebbe fatto, invece, per quegli investimenti che continuano a conservare delle potenzialità (pur registrando un risultato attualmente negativo ed in linea con l’intero segmento di mercato).

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