Economia

Mercati Finanziari: cambiamento climatico o temporale estivo?

Gli ultimi mesi sui mercati finanziari di tutto il mondo sono stati particolarmente “vivaci”. La carne al fuoco – soprattutto Grexit, bolla azionaria in Cina, dollaro forte e bolla obbligazionaria – è tanta, rangion per cui è giunto il momento di fare il punto della situazione e di dare un nostro contributo per una più consapevole analisi di ciò che sta avvenendo in questa calda estate del 2015.

Che il nuovo anno avrebbe offerto numerosi temi di discussione, volatilità sui mercati e qualche grattacapo a investitori e risparmiatori lo avevamo ampiamente anticipato sin dal primo appuntamento con la “Bussola 2015” di inizio anno della nostra rubrica La Settimana Economica. In quell’articolo vi avevamo invitato a consolidare (almeno parzialmente) i guadagni conseguiti fino a quel momento e di passare ad una analisi tattica (ovvero su orizzonti temporali più brevi) circa le decisioni da prendere nei mesi a seguire. Spesso si suol dire che i mercati non sono prevedibili, e questo è parzialmente vero; tuttavia, ciò che quasi mai viene menzionata è la circostanza per cui esistano degli indicatori e dei segnali in grado di mettere sull’attenti i naviganti.

Come l’equipaggio di una nave che scivola dolcemente tra le onde lievi di un mare calmo, anche gli investitori della prima metà dell’anno (dopo gli ottimi risultati conseguiti nel 2014) viaggiavano con la serenità di chi auspica che il futuro non riservi brutte sorprese (anzi, perché no, di conseguire risultati ancor più positivi dell’anno precedente). Il compito di un buon capitano (non possiamo esimerci dal lanciare una stoccata a “quel” capitano a cui è stato persino concesso di scrivere un libro. Vergogna.) è quello di mantenere l’equipaggio concentrato e pronto ad ogni evenienza, soprattutto se le nubi all’orizzonte si fanno via via più minacciose. Questo è ciò che abbiamo cercato di fare sin dal principio dell’anno. Ci siamo riusciti? A ognuno degli affezionati lettori della nostra rubrica economia la risposta al riguardo.

Ciò premesso, cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Dobbiamo prepararci ad un “cambiamento climatico” o solo ad un “temporale estivo”?

La risposta a queste domande, soprattutto alla seconda, è ben lungi dall’essere sintetizzabile in un articolo volutamente comprensibile per un’ampia platea di lettori e, perciò, non tecnico; tuttavia, cerchiamo di individuare alcuni temi che possano aiutarvi nell’analisi e nelle scelte da prendere nei prossimi mesi.

La premessa fondamentale è che mai, mai, dobbiamo lasciarci persuadere dall’idea che nel XXI secolo possano esistere crisi geolocalizzate e/o settoriali. Il mondo globalizzato, e la sua società, hanno dimenticato cosa significhi l’essere immuni dal contagio delle “malattie”. Certo, alcuni Paesi saranno maggiormente in difficoltà (Grecia, Cina, Russia,…), mentre altri potranno difendersi meglio (Germania, USA, Giappone), ma evitare epidemie finanziarie è diventato pressoché impossibile. Per questa ragione diventa fondamentale procedere ad un attento esame del proprio portafoglio di investimenti, analizzandone le esposizioni ai diversi rischi di mercato (Paese, valuta, settore), le relative correlazioni e ribilanciandolo in modo tale da individuare il più corretto mix (per le proprie caratteristiche di investitore) di tipologie di investimento per questo specifico periodo storico e di mercato.

Anche in questo caso, prima di lasciarci e darci appuntamento al prossimo articolo, proviamo a mettere a vostra disposizione alcuni spunti che ci auguriamo possano aiutarvi ad agire, piuttosto che ad attendere inermi i movimenti dei mercati:

  • Obbligazionario: buona parte degli investimenti in bond hanno scontato il futuro primo rialzo dei tassi d’interesse (USA) e le conseguenze di turbolenze causate dal Grexit (UE). L’impressione è che siano maggiori i rischi al ribasso che non le opportunità di recupero, tuttavia una chiara indicazione al riguardo è difficile da dare in quanto la caratteristica di questo 2015 è la navigazione col lanternino. Consolidate gli eventuali guadagni, ma non smontate le posizioni che avete costituito sui massimi. Un recupero, seppur temporaneo, potrebbe essere possibile;
  • Azionario: ha corso tantissimo – seppur con le consuete differenze di tipo settoriale e geografico – sin dai minimi del 2009. Periodicamente abbiamo osservato delle “pause di riflessione” e nulla toglie che sia giunto il momento per la successiva. Occhio all’azionario cinese, la bolla sembra essere definitivamente esplosa. Anche per questa asset class assumiamo l’onere di dare qualche consiglio: consolidate i guadagni (se l’esposizione azionaria ha un peso rilevante sul vostro portafoglio compressivo) e rispolverate la buona abitudine dei piani di accumulo (PAC) che vi consentono di ricominciare a prendere posizione sui mercati azionari, ma in modo graduale e ponderato nel corso del tempo;
  • Valute e Commodities: volatilità! Su questi investimenti ci aspettiamo di tutto di più. La valvola di sfogo delle tensioni economichefinanziarie di questa rovente estate 2015, saranno sicuramente queste tipologie d’investimento. Se non siete esperti, e se avete il cuore fragile, statene lontani.

Si conclude così l’articolo odierno nel quale abbiamo cercato di fornire qualche supporto operativo ai lettori e qualche spunto d’analisi per poter “navigare a vista” nel mare tempestoso dei prossimi mesi. Che si tratti di cambiamento climatico o di temporale estivo, l’invito è sempre quello di informarsi, leggere e studiare al fine di compiere delle scelte consapevoli. Noi il nostro personale contributo lo abbiamo dato e continueremo a farlo, come sempre, anche nelle settimane a venire.

Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdareLucio Anneo Seneca

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Published by
Leonardo Taronna