Gianluca Vacchi: illuminato o fannullone?
Questo articolo nasce dalla necessità di dirimere ciò che, negli affari (business per i nostri lettori più naif), è cultura da ciò che non lo è.
Obiettivo troppo ambizioso? Probabilmente si, tuttavia – in un mondo, molto spesso, più concentrato sulla “forma” che sulla “sostanza” – anche un sito come il nostro, che tratta tematiche economico-finanziarie, deve essere in grado di cogliere lo Zeitgeist (Spirito del Tempo).
E’ proprio questo Zeitgeist a portare alla nostra attenzione uno degli imprenditori più popolari e chiacchierati, nel bene e nel male, degli ultimi anni: Gianluca Vacchi.
In questa sede, non siamo interessati a disquisire il “Vacchi pensiero” – per chi non lo sapesse (davvero?!), il suo motto è Enjoy – bensì ciò che la sua storia, e le sue scelte, possono insegnare ad ognuno di noi: imprenditori, professionisti, dipendenti, studenti o qualunque altro sia il nostro ruolo nella società.
Gianluca Vacchi è uno degli eredi di un gruppo industriale italiano, la cui punta di diamante è rappresentata dalla IMA S.p.A., società leader mondiale (e con un fatturato superiore al miliardo di euro) nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè.
Tutto ciò premesso, qual è il “lavoro” di Gianluca Vacchi?
Spesso denigrato per il suo essere dandy (come a egli stesso piace definirsi), eccentrico e anticonformista, Gianluca ha più volte risposto ai propri detrattori con grande pacatezza, fino ad asserire: “ … Io ho un’etica che mi ha sempre imposto di far prevalere l’interesse aziendale su quello personalistico e questo è il motivo per cui, in pace con me stesso e in adempienza totale alla logica del bene aziendale, ho sempre deciso di non occuparmi della ‘gestione quotidiana’. Sostenere il rischio è però, ti assicuro, il lavoro più difficile insieme alla scelta che attiene al tema centrale della delega, ovvero la scelta di chi delegare per una corretta ed efficace gestione aziendale … ”.
Solo ora, dopo questo breve excursus, possiamo porci la domanda centrale sulla quale intende concentrarsi questo articolo: nell’interesse di chi è gestita un’azienda?
Per rispondere a questo quesito è necessario individuare quali siano i vincoli e le attese provenienti dai gruppi, o singole persone, che possono influire sulle scelte strategiche e, quindi, sui risultati aziendali.
La Teoria degli Stakeholder afferma che gli obiettivi di un’azienda devono tenere conto delle esigenze di tutti i soggetti aventi interessi, in modo diretto ovvero indiretto, nella gestione dell’azienda stessa. Questi interessi possono essere tra loro contrastanti e, pertanto, l’impresa dovrà essere in grado di gestirne le aspettative definendo una gerarchia di priorità relative.
Gianluca Vacchi non è di certo un premio Nobel per l’economia, né un imprenditore che ha costruito il suo impero dal nulla; tuttavia, l’aver individuato una linea di comportamento tale da farlo sentire sì appagato dal punto di vista professionale, ma anche alleggerito dalla “gestione quotidiana” – come da lui stesso dichiarato – sono o meno elementi sufficienti per definirlo una mente “illuminata”?
La risposta a questo interrogativo, come sempre, lasciamo che siate voi lettori a darla sulla nostra pagina facebook di #FinanceCuE.