L’economia intorno all’azzardo, non è un gioco
Quante volte è capitato di acquistare un Gratta & Vinci pensando “Mah sì dai, tanto è solo un Euro”? Probabilmente almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha avuto questo pensiero. Dietro quel semplice gesto, si nasconde un mondo molto più vasto e dalle trame molto meno giocose rispetto a quanto possa sembrare.
Cos’è il “gioco d’azzardo”?
Per citare l’art. 721 del Codice Penale, esso è definito come quei giochi “nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria”. Proprio in questa aleatorietà costituisce la croce e delizia del fenomeno. Il fatto che tutto sembri essere lasciato al caso, fa leva sulla disperazione delle fasce più deboli della società (debolezza economica e/o psichica) con un falso senso di speranza. Ovviamente, essendo il tutto basato sulla statistica, le possibilità di vincere sono reali. Ma ancora di più lo sono quelle di perdere. In entrambi gli scenari, il giocatore è portato a ritentare: ritentare per cercare di vincere ancora o per rifarsi della perdita subita. Questo genera una spirale che produce una vera e propria malattia.
Dai Gratta & Vinci alla dipendenza
La ludopatia è un disturbo del comportamento facente parte della categoria dei disturbi dei controlli degli impulsi. Data la natura prettamente economica dell’articolo, non ci si soffermerà a lungo su questo aspetto del fenomeno. Tuttavia è doveroso, benché triste, segnalare che nel nostro Paese la consapevolezza della gravità del fenomeno è di recente diffusione e ancora ad un livello primordiale.
Differenza tra raccolta e spesa
La raccolta costituisce l’ammontare totale delle puntate effettuate in un anno. In Italia, nel 2016, essa arrivava a poco meno di 100 miliardi di Euro. Il trend della raccolta è perennemente in crescita, con un picco tra il 2010 e il 2011.
Ma quali sono i “giochi” più popolari in Italia? Prendendo le categorie principali e accorpando tutte le tipologie di macchine e altri apparecchi elettronici, si ottiene un quadro come quello presentato nel seguente grafico.
La spesa è invece la differenza tra la raccolta e le vincite al gioco. Nell’ultimo anno essa si aggirava intorno ai 20 miliardi di Euro.
Quanto spendono gli italiani tentando la fortuna?
Nel 2016, nel nostro Paese, sono stati giocati ben 95 miliardi di Euro. Questa cifra vola in cima alla classifica delle maggiori spese degli ultimi anni, scalzando il dato del 2012 che si fermava a “soli” 89 miliardi circa. L’Italia copre circa il 22% del mercato mondiale dell’azzardo e questo le permette di prendersi la leadership del mercato europeo.
E lo Stato, guarda e basta?
Ovviamente un così gigantesco flusso di denaro, produce un gigantesco flusso di tasse. Le entrate per lo Stato si aggirano attorno agli 8 miliardi annuali. Tuttavia a queste entrate si dovrebbero sottrarre i costi derivanti dall’assistenza per il recupero delle persone con problemi di dipendenza dal gioco (1 ogni 75 persone). Chi gioca, sceglie di farlo (o vi è costretto dalla malattia), e quindi in qualche modo decide di pagare le tasse ad esso collegate. Ma i giocatori sono spesso membri delle fasce di reddito più basse e quindi paradossalmente contribuiscono alle casse dello Stato più delle persone abbienti.
C’è un barlume di speranza?
Sì, sempre più Comuni si stanno prodigando per combattere la diffusione delle ludopatie. Gli strumenti sono vari ma tra i più utilizzati rientrano le limitazioni agli orari di apertura delle sale e la distanza minima da luoghi sensibili (scuole, chiese, ospedali). Inoltre diverse amministrazioni stanno progettando sgravi fiscali per gli esercizi che non avranno al loro interno apparecchi per il gioco d’azzardo.