Economia

Tesla: un fulmine in un cielo sempre più inquinato

Cento sono gli anni che separano la nascita della Ford, titano dell’industria automobilistica globale, e quella di Tesla Motors, promessa (o, forse, realtà) made in USA che negli ultimi anni ha sorpreso per la sua crescita esponenziale. Questo “abisso” temporale ci consente di cogliere l’enorme “distanza” che separa il modello di business delle due aziende automobilistiche sopracitate. Nonostante si tratti pur sempre di automobili, infatti, la percezione del cambiamento è tangibile.

L’anima green della società di Elon Musk – co-fondatore, tra le altre sue iniziative impreditoriali, di PayPal – non può fare a meno di scontrarsi con il tradizionalismo esasperato dei “dinosauri” del settore.

I dati parlano chiaro: il mercato dell’auto è in crisi. Bruschi cali nelle vendite, tagli al personale e punti vendita rasi al suolo. La rivoluzione, tanto attesa, è stata più volte osannata, ma si è rivelata sistematicamente tiepida. Ad oggi, la certezza è solo una: non sarà un GPS integrato o il bluetooth di serie a segnare la svolta nel mercato automobilistico globale.

Questo Elon Musk lo sa bene. Il cambiamento parte dal cuore del settore, dal nucleo, dal motore. Ed è proprio questa l’intuizione: in un mercato saturo, in un pianeta allo stremo della sostenibilità ambientale, l’idea di Musk è quella di dare nuova linfa abbandonando i tradizionali combustibili per lasciar posto all’energia elettrica. Un’auto come uno smartphone. Semplice. Efficiente. Efficace.

Il risultato? Profitti bassi (persino conti in rosso), ma continuo rialzo del corso azionario del titolo Tesla e record di capitalizzazione. Un paradosso finanziario che, tuttavia, aiuta a comprendere a fondo la valutazione compiuta dai mercati. Tesla Motors, ad oggi, rappresenta un’opportunità di investimento interessante, ma rischiosa. D’altronde, la regola d’oro della finanza parla chiaro: ad alti rendimenti richiesti corrispondono alti rischi sopportati. Gli analisti si mostrano fiduciosi nel lungo periodo, con un tasso di crescita del reddito netto del 35%, ma anche del tutto cauti nel brevissimo, con prospettive di crescita negativa nei trimestri più prossimi.

Tuttavia, non c’è da stupirsi. Al momento, Tesla vende poco. Manca il modello giusto, anche se i colleghi di #EnergyCuE ci parlarono già del Model-S, manca ancora la punta di diamante che gli permetta di consacrarsi al grande pubblico. Solo allora scopriremo se l’investimento si sarà rivelato vincente o se si sarà trattato dell’ennesimo fuoco di paglia. Il dubbio che a “salire” non sia tanto il valore di mercato della società, quanto quello del suo fondatore è concreto: Musk sa dove investire il proprio denaro e di mercati “incontaminati” – esempio1 e esempio2 – può dirsi un esperto.

L’e-money di PayPal si è rivelata un successo. Riuscirà Tesla a replicare il risultato? L’uscita del Model 3 – presentato il 31 Marzo 2016 – lascia ben sperare. Il richiamo al Modello T della Ford è (non troppo) velato, anche se la speranza non è di certo quella di bissarne il successo. Le premesse sono diverse, così come lo è il contesto. In compenso, gli interrogativi sono tanti. La risposta del mercato? Incerta. Quella degli investitori? Decisamente più netta.

Una cosa, infatti, è certa: Tesla Motors risponde all’oscura nube che aleggia sul mercato delle auto di “massa” nel più semplice dei modi, accendendo la luce!

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Redazione