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Cuba: il mistero di un’economia non convenzionale

Cuba

In questo articolo analizzeremo in breve l’economia di Cuba. Questo piccolo arcipelago caraibico è riuscito a mantenersi in piedi nonostante quasi mezzo secolo di embargo statunitense e parecchie scelte infelici da parte del suo ex leader Fidel Castro. Si può dire che sia l’unico Stato socialista rimasto e questo lo rende una mosca bianca dato il collasso o l’evoluzione verso altri sistemi di quasi tutti gli altri Paesi.

Prima di essere indipendente, Cuba ha avuto una storia molto movimentata. Sul finire del XIX secolo, da colonia spagnola passo a essere statunitense per venti milioni di Dollari, insieme a Porto Rico, le Filippine e Guam.

Cos’è il “famoso” embargo?

Un embargo è un blocco commerciale imposto da un Paese o da un insieme di essi verso un altro o altri, al fine di danneggiarlo economicamente. Di solito gli embarghi sono conseguenza di conflitti armati o politici tra due Stati o di un qualche tipo di violazione da parte di un Paese.

L’embargo contro Cuba

A seguito della crisi missilistica, l’allora presidente americano John F. Kennedy impose “el bloqueo“, destinato a diventare l’embargo più longevo di tutti i tempi. Tuttavia questo non era il primo embargo imposto dagli States verso Cuba: già nel 1958, ai tempi di Fulgencio Batista, ne fu imposto uno sul commercio di armi. Due anni più tardi, dopo la rivoluzione e la presa di potere dei castristi, l’embargo fu esteso alle esportazioni verso Cuba (eccetto medicinali e cibo) come ritorsione per la nazionalizzazione delle imprese statunitensi sul suolo cubano. Nel 1962, l’embargo assunse la sua forma più conosciuta e andò a coprire ogni tipo di importazione di prodotti cubani. Lo scopo ufficiale era quello di costringere il Paese alla democratizzazione ma la storia dice che questo non è mai accaduto.

Che tipo di economia ha Cuba?

Essendo uno Stato socialista, Cuba adotta una politica economica di tipo pianificata. Questo significa che essenzialmente quattro cose (almeno in linea teorica):

  1. il consumo attuale e gli investimenti futuri sono decisi con grande anticipo dal Governo
  2. ogni industria vede le proprie tecniche di produzione, le dinamiche con le risorse umane e l’ammontare di output prodotto, deciso dal Governo
  3. la distribuzione di questo output tra i consumatori, in base a diversi criteri (più teorico che pratico)
  4. a eccezione delle imprese familiari e dei liberi professionisti, è vietata l’iniziativa privata. Quindi non esistono imprese se non quelle controllate totalmente dallo Stato.

Cuba dopo il crollo della “cortina di ferro”

Durante la Guerra fredda, Cuba riceveva grandi sovvenzioni dall’U.R.S.S. e questo le permetteva di mantenersi stabile nonostante l’embargo. Questo atto non era certo caritatevole ma dettato dal fatto che ai sovietici faceva gola avere un avamposto comunista a poche miglia dalle coste statunitensi. Una volta dissoltasi l’Unione sovietica, Cuba ha subito una recessione mostruosa dato che i suoi maggiori partner commerciali non erano più tali (circa l’80% di essi). Questo ha provocato un crollo vertiginoso del PIL che in pochi anni è calato di oltre trenta punti percentuali.

Cuba oggi

Dopo il crollo del blocco sovietico, il governo castrista ha favorito lo sviluppo di cooperative di lavoratori e la libera professione. Una grossa fetta del PIL cubano è frutto del sempre crescente turismo. Un altro posto importante è riservato al settore industriale, che occupa quasi il 24% della popolazione. Molte di queste imprese sono legate allo zucchero, il prodotto principe dell’export cubano. Nonostante importanti riforme economiche attuate dal successo di Fidel Castro, suo fratello Raul, l’economia cubana risultava comunque uno delle meno libere del mondo.

Gli investimenti stranieri

Durante il periodo di forte crisi post caduta del Blocco, il Governo cubano ha iniziato una decisa campagna per attirare investimenti esteri. Tuttavia, ad eccezione del Venezuela, qualunque altro Stato che vuole stabilire filiali a Cuba deve formare delle joint venture con il Governo. Questo non ha impedito che il fenomeno prendesse comunque il volo ma ne ha di sicuro limitato il potenziale.

L’embargo nel 2017

Nonostante gli sforzi congiunti di Obama, Raul Castro e Papa Francesco e il conseguente scongelamento delle relazioni tra i due Paesi, l’embargo è stato solo allentato ma rimane ancora al suo posto. Questo è dovuto al fatto che nonostante gli sforzi di Obama, il Partito Repubblicano statunitense è sempre riuscito a impedire che esso venisse eliminato del tutto. E ora che alla Casa bianca sede un rappresentante di tale partito, l’embargo non solo non sarà eliminato ma quasi certamente verrà almeno riportato ai duri livelli iniziali. Il che è paradossale se si considera che in tutto questo periodo, gli U.S. sono stato il quinto partner commerciale di Cuba. Solo che ogni transazione doveva avvenire in contanti dato che l’embargo impediva qualunque altra forma di pagamento. Già, paradossale.