Ormai la parola lobby è entrata prepotentemente nel linguaggio comune. Spesso viene usata a sproposito, come ad indicare un’organizzazione segreta con l’obiettivo di conquistare il mondo sul modello del Team Rocket. Ma è veramente così? I gruppi di pressione (traduzione tricolore), sono sì molto potenti ma meno underground di quanto si creda. La moda diffusa sui social di contestare qualcuno accusandolo di far parte di questa o quella lobby ha raggiunto livello comici.
Non ci credete? Chi vi scrive è stato accusato di far parte della lobby del petrolio, per un articolo sull’OPEC. Detto ciò, cerchiamo di mettere ordine nell’abusato concetto di lobby.
I gruppi di pressione sono, appunto, un gruppo di individui con il potere di influenzare le decisioni delle istituzioni di un Paese, in virtù del prestigio che possono vantare o altri tipi di leve che possono esercitare. Quando una lobby esercita pressione su un ente, si utilizza la parola inglese lobbying per indicarne il “lavoro”.
Lobby deriva dalla parola latina laubia, che significa loggia e portico. Il primo utilizzo di questa parola viene fatto risalire all’opera di Adrian Room, “The relikes of Rome”. In seguito Shakespeare la utilizzo con il significato di passaggio e corridoio. In seguito questa parola divenne il nome ufficioso della stanza dei Parlamenti dove i politici si riuniscono tra le sessioni di lavoro.
Queste tre parole identificano fenomeni simili. Persone con abbastanza potere da influenzare il mercato o le decisioni di uno Stato. I cartelli sono spesso associati ai famosi cartelli della droga colombiani o messicani. Gli stakeholders sono sostanzialmente in ogni contesto lavorativo ma non presentano aspetti illegali. Le lobby oscillano tra la legalità e l’illegalità. Spesso la pressione di certi gruppi di influenza appare quasi un atteggiamento intimidatorio e votato alla protezione del potere in loro possesso.
Il gruppo di pressione esercita la propria influenza utilizzando il proprio potere per prevenire che il potere legislativo di uno Stato possa emettere leggi che danneggino il gruppo. Frequentemente queste manifestazioni di potere si materializzano con l’investimento di ingenti somme di denaro o altri tipi di risorse. Altre lobby manifestano la propria volontà con manifestazioni pubbliche di potere, come il recente caso dei tassisti contro Uber. Il Governo italiano attraverso il Decreto Milleproproghe, intendeva emettere emendamenti che avrebbero in qualche modo leso il potere della lobby dei tassisti e il blocco della Capitale è bastato per prevenire che queste norme potessero solidificarsi. Questo e altri casi (albergatori contro AirBnb, la lobby delle armi negli States ecc) hanno portato a una diffusione del termine, spesso a proposito, e alla creazione delle parole italiane lobbismo, lobbista e simili.
L’Unione Europea ha fornito una sua definizione dei termini lobby e lobbismo che dice che con questi termini si intendono
tutte le attività svolte al fine di influenzare l’elaborazione delle politiche e il processo decisionale delle istituzioni europee. I lobbisti sono le persone che svolgono tali attività e che lavorano presso organizzazioni diverse, come ad esempio le società di consulenza in materia di affari pubblici, gli studi legali, le ONG, i centri di studi, le lobby aziendali (rappresentanti “interni”) o le associazioni di categoria
La definizione di lobbista, in realtà non è presente nella definizione fornita dall’U.E. ma si può dedurre in modo indiretto.
Al contrario, gli Stati Uniti hanno fornito una definizione specifica del termine con il Lobbying Disclosure Act. Il “lobbista” viene definito come
qualsiasi persona dipendente o ingaggiata da un cliente dietro compenso finanziario per servizi che includano più di un contatto lobbistico e che lo impieghino almeno il 20% del tempo di lavoro prestato a quel cliente in sei mesi
Le lobby esistono. Sono migliaia e hanno un potere reale e concreto. Sono onnipotenti? No. E non sono neanche dietro ogni teoria complottista che sentite. Non tutti i musulmani sono terroristi. Non tutti i preti sono pedofili. Non ogni evento è causato dalla volontà di una lobby.