Dopo quasi sessant’anni, l’Italia non parteciperà ai Mondiali di calcio. Per molti è una tragedia, alcuni l’hanno definita una catastrofe mentre per i non tifosi non cambia nulla. Al di là della passione calcistica, il calcio in Italia è una macchina da soldi di proporzioni smisurate e lo stesso si può dire per quasi tutto il resto del mondo. I Mondiali avrebbero significato una gradita Manna dal cielo per le casse della FIGC.
Basta pensare a sponsor, merchandising e diritti tv per avere una prima idea di quanti soldi girino intorno al mondo del pallone. Vediamo più nel dettaglio l’aspetto economico del mancato viaggetto in Russia.
Le squadre che parteciperanno alla coppa del mondo avranno alle loro spalle un “piccolo” gruzzolo di circa 800 milioni di Dollari. La metà di questi saranno destinati alle trentadue nazionali qualificatesi mentre il resto sarà spartito tra organizzazione e altre spese. I premi in denaro saranno ovviamente crescenti man mano che una squadra andrà avanti nel torneo, con circa settanta milioni riservati alle due finaliste (38 per la nazionale che vincerà i Mondiali). Ma anche chi starà in Russia solo per la fase a gironi non morirà di fame. Le squadre che sarranno eliminate prima degli ottavi avranno otto milioni di Dollari per consolarsi dall’uscita anticipata.
Prendendo in considerazione solo sponsor e diritti tv, la FIGC perde circa 70 milioni di Euro di future entrate. A questi vanno aggiunti i bonus che sono elargiti dallo sponsor tecnico della nazionale, la Puma, che ammontano a circa tre milioni di Euro. Ma tranquilli, il contratto tra FIGC e Puma prevede un importo fisso fino al 2022 (quindi a prescindere da Mondiali, Europei, tornei a PES ecc) di quasi 19 milioni annui.
Come per tutti i beni, anche il bene “calcio italiano” risente sul mercato delle proprie carenze strutturali. Se prima il potere contrattuale della FIGC era forte, la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia pone la federazione in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi interlocutori. Da qui ai prossimi Mondiali in Qatar, l’Italia ha una ventina di contratti da rinegoziare ma ovviamente i profitti saranno decisamente più bassi rispetto al passato. Altro aspetto da non trascurare sono i contratti televisivi. Le partite della nazionale tengono davanti ai televisori una media di otto milioni di persone e questo porta gli sponsor a voler collaborare con la federazione così da sfruttare la visibilità portata dagli azzurri.
Le ultime edizioni dei Mondiali hanno generato un ricavo di circa 180 milioni di Euro tramite la cessione dei diritti tv. Non essendo parte del torneo dell’anno prossimo, la FIGC avrà anche qui meno potere contrattuale e l’asta per l’assegnazione dei diritti vedrà delle cifre molto ridimensionate rispetto alle precedenti.