Home » Economia » Previsioni per il 2018: cosa ci attende?
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Le previsioni sono il pane quotidiano degli economisti. Quando non vengono rispettate ci si accanisce contro chi le aveva fatte senza verificare se le basi su cui si fondavano fossero solide o meno. Dato che ormai il 2017 si sta chiudendo, vediamo una serie di eventi che gli economisti prevedono accadranno nel 2018. Ovviamente, l’Economia risente di milioni di fattori impossibili da immaginare quindi tutto può succedere in qualunque momento.

Il 2018, in particolare nel nostro Paese sarà condizionato dal risultato delle elezioni e da quale schieramento uscirà vincitore. Anzi, dipenderanno dalla vittoria o meno di uno schieramento oppure dall’ennesimo “tutti hanno vinto, nessuno ha perso”, che ha contraddistinto le ultime elezioni.

Previsioni facili: instabilità politica

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Le elezioni politiche italiane, i tumulti in Medio Oriente, le “elezioni” russe e la Brexit saranno certamente motivo di notti insonni per gli operatori dei mercati. Ognuno di questi avvenimenti è intercorrelato all’altro e va a comporre un quadro geopolitico quantomeno incerto. I mercati non amano l’incertezza e gli sconquassi politici che ci attendono determineranno in modo inevitabile il futuro dell’economia. Pensiamo solo al petrolio e a quanto esso subisca le tensioni tra Iran e Arabia Saudita. Inoltre il petrolio dell’OPEC è “rivale” del Brent e le mosse dell’uno provocano una reazione nel prezzo dell’altro.

Il debito pubblico americano

Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico di oltre 20000 miliardi di dollari, che aumenterà ancora a seguito della riforma fiscale voluta da Trump. Questo porterà l’economia americana ad una forte recessione e ad una gigantesca pressione sulla FED (la Banca centrale statunitense). L’economia si indebolirà e i tassi di interesse e l’inflazione saliranno. È facile prevedere come qualche poltrona salterà e la FED sarà ritenuta responsabile di qualunque situazione critica si presenterà all’amministrazione Trump. Le previsioni degli esperti dicono che questo porterà ad un aumento della moneta in circolazione e in ultima istanza ad una politica di quantitative easing.  Ma tutto questo faciliterà l’amico-nemico di Washington, ovvero la Cina.

Petrolio made in Yuan

La Cina è il Paese che importa il maggior numero di materie prime e per bilanciare questo (e assumere un ruolo ancora più centrale nel panorama politico mondiale) ha annunciato che dal 2018 inizierà a stipulare i contratti di fornitura di petrolio in Yuan. Questo smacco nei confronti del Dollaro porterà ad una probabile “ripicca” statunitense di qualche tipo (commerciale si intende) e questo scuoterà gli equilibri esistenti nel Pacifico con conseguenze per ora imprevedibili.

Migranti sì, migranti no: le crepe nell’U.E.

Per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti, si può dire che si sono formati due schieramenti più o meno coesi. I Paesi europei occidentali sono a favore dell’accoglienza mentre quelli orientali sono contro le quote di migranti loro assegnate e fanno fronte comune, con in testa Polonia e Ungheria. A questo terreno di scontro si aggiunge quello sulla maggiore unione nell’Unione (ripetizione non voluta) per quanto riguarda una difesa e una tesoreria comunitarie. Questi progetti sono fortemente sostenuti dal presidente francese Macron ma avversi ai leader orientali.

Gruppo Visegrad: Polonia, Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia

Il gruppo Visegrad è un’alleanza di quattro Paesi orientali che si oppongono alle quote di distribuzione dei migranti. Di questi, solo la Slovacchia utilizza l’Euro come moneta legale. La loro resistenza alle politiche dei loro vicini occidentali è dettata sia dalle ideologie politiche al potere in questi Paesi che dalla paura che un fondo comune per difesa e tesoreria, favorirebbe gli Stati più ricchi e marginalizzerebbe il ruolo degli altri. Riuscirà l’Europa a correre ai ripari e ad evitare che questi scontri degenerino in una frattura insanabile?

Il futuro dei Bitcoin

Sebbene sempre più Paesi stiano aprendo i loro mercati a questa criptovaluta, la Russia e la Cina potrebbero portare alla sua morte. Le previsioni dicono che i Bitcoin vivranno un periodo di ulteriore crescita nel 2018 per poi venire distrutti dalle politiche russe e cinesi. La Russia ha interesse a mantenere la propria valuta all’interno del proprio territorio e non vede di buon occhio le criptovalute. La Cina le ha vietate in toto. In totale si prevede un crollo del costo dei Bitcoin da 60000 Dollari ad appena mille per il 2019.

Libia: previsioni su uno Stato non Stato

La Libia è uno sterminato spazio di terra governato da due forze contrapposte. Da una parte Fayez al-Sarraj (riconosciuto dall’ONU) e dall’altra Abdullah al-Thani. Cosa succede quando un Paese ricco di petrolio è in una condizione di non governabilità assoluta e pacifica? La risposta è caos. Attentati ai pozzi petroliferi e ricatti più o meno velati all’Europa sul flusso di migranti, hanno portato questo Stato-non Stato ad avere molto più potere di quanto possa riuscire a gestirne. Tutto questo genera tensioni al mercato e si sa che agli operatori non piacciono le situazioni di incertezza e imprevedibilità. Le elezioni che dovrebbero portare ad un unico governo libico, appaiono più utopistiche che mai.

Le previsioni tricolore

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Le elezioni politiche di marzo (?) appaiono più incerte che mai. L’Italia sta attraversando un periodo di lenta ma costante ripresa e l’incertezza su un nuovo non vincitore delle elezioni minano l’immagine del nostro Paese nel mercato. Chiunque, anzi, se qualcuno dovesse riuscire a vincere e a formare un Governo, dovrebbe cercare di rafforzare la ripresa e riportare l’economia italiana al ruolo che le compete come uno dei punti di riferimento europei. Purtroppo le promesse dei vari schieramenti politici, appaiono farcite di misure economiche basate su fondi di dubbia esistenza e questo non può che generare incertezza e rallentamento della fiducia del mercato nel nostro Paese.