Home » Finanza » Criptovalute al bivio: schema Ponzi o asset d’investimento?
ECONOMIA | FINANZA | SPECULAZIONE | CRIPTOVALUTE

Senza andare troppo per il sottile, iniziamo questo articolo di aggiornamento con il più classico dei “Noi vi avevamo avvisati!”.

Già alcuni mesi fa, infatti, quando la febbre per le Criptovalute era in piena ascesa, abbiamo avvertito il bisogno di mettere in guardia i nostri lettori. Rinviando a quell’articolo per un approfondimento, cerchiamo di capire cosa sta avvenendo nelle ultime settimane e quali siano le prospettive future per i Bitcoin e per le sue ‘sorelle’.

L’ultimo mese è stato caratterizzato dal crollo verticale nelle valutazioni di tutte le principali criptovalute (con punte ben al di sopra del 50% di ribasso!), con una distruzione di valore di capitalizzazione di mercato superiore ai 300 miliardi di dollari.

E già qui, la domanda sorge spontanea: ma voi di #FinanceCuE ve lo aspettavate?

Risposta: assolutamente SI!

Come tutte le bolle speculative è complicato comprendere quando queste possano ‘scoppiare’; tuttavia esiste uno stretto legame tra i termini liquidità e fiducia che consente di capire quando un investimento possa conservare un livello di rischio/rendimento accettabile.

La decisione, inoltre, di alcuni governi di limitare i rischi di abusi di mercato (occhio che qualcuno già ci vede complotti contro le criptovalute e la blockchain), come nel caso di Corea del Sud e Cina, oppure per regolamentarne gli scambi, come in Francia e in Russia, non è vista di buon grado dai grandi speculatori e dai venditori di fumo. In sostanza, se diviene troppo complicato far abboccare gli sprovveduti (non chiamateli ‘piccoli investitori in buona fede’!!!), meglio cambiare tavolo da gioco.

Anche per questo, il mercato delle criptovalute è in fermento con la (quasi) quotidiana nascita di nuove opportunità di ‘investimento’.

Come spesso avviene sui mercati, tuttavia, per business che nascono, ve ne sono altrettanti (se non di più) che falliscono miseramente. Uno dei casi emblematici è Bitconnect, una piattaforma di trading di criptovalute che ha annunciato l’interruzione delle attività in meno di una settimana. Nello specifico, Bitconnect è stata accusata di aver posto in essere un vero e proprio schema Ponzi, con il quale trarre illeciti guadagni approfittando della forte volatilità (caratteristica di questi mercati privi di una seria regolamentazione) e della crescente popolarità di Bitcoin e affini.

Come funzionava Bitconnect?

Premesso che fosse difficile attendersi qualcosa di più strutturato in un mercato sostanzialmente privo di regolamentazione, Bitconnect proponeva alla clientela la vendita di un proprio token, denominato BCC, in cambio di denaro. Con quali garanzie? Semplice, la fiducia degli sprovveduti. In sostanza, infatti, l’intero sistema si reggeva su una sorta di prestito di criptovalute, con la “garanzia” di un ritorno da investimento nel corso dei mesi a seguire. Evidentemente, maggiore è l’orizzonte temporale che date a disposizione a Bitconnect per operare, maggiore sarà (sarebbe stato!) il vostro guadagno.

Che dire: SONO VERAMENTE EUFORICO!

Ovviamente, questa sorta di sistema di affiliazione che incentiva gli utenti a coinvolgerne di nuovi, è risultato essere fin troppo simile ad uno schema Ponzi in cui sostanzialmente i nuovi utenti non facevano altro che apportare somme di denaro che servivano a rimborsare i prestiti (e gli “interessi) dei vecchi utenti. Ma tranquilli, se ancora non siete convinti di quanto stiamo cercando di comunicarvi nel corso degli ultimi mesi, avete ancora una speranza per diventare anche voi “VERAMENTE EUFORICI”: Bitconnect è già pronto per tornare in pista con un nuovo progetto, Bitconnect X.

E se anche la constatazione che i token di Bitconnect valessero solo pochi giorni fa oltre 300 dollari, per poi crollare dopo poche ore sotto i 40$, non vi persuade circa la bolla speculativa in corso… buona EUFORIA!