Home » Economia » L’economia circolare: più servizi e meno prodotti
Fonte: Non sprecare

È ormai un fatto inconfutabile che i cambiamenti climatici sono una realtà. Un nuovo “strumento” pensato per combatterli è la cosiddetta economia circolare. Questa locuzione indica un sistema economico che è in grado di auto-rigenerarsi. Le logiche che emergono in un’economia circolare sono quelle di modularità, versatilità e adattabilità. L’obiettivo è avere prodotti con una vita di durata più lunga e pensato, già dalle prime fasi di vita, per essere aggiornato, aggiustato e riparato.

In questo articolo si darà un’infarinatura di base di cosa sia, come sia nata e come si applica un’economia circolare. Questo concetto è stato ipotizzato per la prima volta in un rapporto per la Commissione europea.

Economia circolare e sistemi viventi

Fonte Green Report

L’economia circolare prende spunto dalla capacità di certi organismi di utilizzare le sostanze nutrienti per poi riciclarle e riemetterle nell’ambiente senza che queste lo inquinino. Questo porta l’economia circolare ad essere spesso accostata alle nozioni di “ciclo chiuso o rigenerativo”. I materiali presi in considerazione si dividono in due categorie: quelli biologici che sono in grado di reinserirsi nella biosfera senza danneggiarla e quelli tecnici che vengono riutilizzati senza essere espulsi nella biosfera. L’economia circolare prende spunto da concetti di varie fonti come il “cradle to cradle”, la biomimetica, l’ecologia industriale e l’economia blu.

La genesi dell’economia circolare

Come si diceva all’inizio, il concetto di economia circolare è apparso per la prima volta in un rapporto presentato alla Commissione europea dal titolo “The Potential for Substituting Manpower for Energy”, redatto da Walter Stahel e Genevieve Reday. In questo rapporto venivano gettate le basi ideologiche di questo tipo di sistema economico e il suo potenziale nel creare posti di lavoro e contemporaneamente utilizzare meno risorse e di conseguenza produrre meno rifiuti. Dato il suo rifarsi a principi e concetti di varie discipline e aree di studio, è quasi impossibile ritenere Tizio o Caio come l’autore assoluto di questa idea o anche la data in cui essa è stata concepita.

Gli obiettivi

L’economia circolare si pone l’obiettivo quello di allungare la vita utile dei prodotti, il riciclo e la riduzione dei rifiuti prodotti dai sistemi industriali. Inoltre, propone che la vendita di servizi soppianti o almeno superi quella dei prodotti, rifacendosi alla teoria della “functional service economy”. Questa teoria consiste in un’economia dove vengono garantiti i servizi e la qualità dei prodotti materiali utilizzati dal compratore ma che rimangono di proprietà del produttore. Un esempio spesso usato per spiegare questa teoria è quello di rendere più efficiente ed accessibile il trasporto pubblico piuttosto vendere auto.

I principi dell’economia circolare

  • I rifiuti sono cibo

I rifiuti cessano di esistere. I prodotti sono creati per essere adatti all’inserimento nel ciclo dei materiali e riprogettati senza alcuno spreco. I componenti biologici sono atossici e quindi possono essere compostati senza conseguenze per l’ambiente. Al contrario, i componenti artificiali possono essere “riciclati” e riutilizzati con un basso consumo di energia.

 

  • La diversità è forza

Questo punto fa riferimento alle logiche elencate prima: modularità, versatilità e adattabilità. I prodotti creati in un’economia circolare sono fatti per possedere un design eco-sostenibile, essere di lunga durata e la capacità di essere aggiornati per poter durare di più nel tempo. In questo si distinguono dai prodotti generati tenendo conto solo per essere efficienti in quanto studi di economisti e ingegneri aderenti a questo tipo di modello economico, evidenziato che essi sono più resistenti rispetto a shock esterni.

  • Fine dello spreco d’uso del prodotto

L’economia circolare si rifà ai principi della sharing economy e quindi è orientata alla condivisione dei prodotti così da massimizzare la loro utilità e minimizzare gli sprechi e i costi.

  • Energia da fonti rinnovabili

Questo principio è di facile intuizione. Dato che l’economia circolare ha tra i suoi obiettivi quello di ridurre gli impatti sull’ambiente, è normale che prediliga le risorse rinnovabili a quelle che non lo sono.

  • Pensiero sistemico

Ogni oggetto è intercorrelato agli altri è ognuno di essi è considerato “adatto a infrastrutture, ambiente e contesto sociale”. L’associazione The Natural Step ha creato una guida di principi di sostenibilità che va seguita per poter progettare un’economia sociale in linea con le funzioni del sistema socio-ecologico.