Il true range (TR) dell’ ATR è definito a sua volta da tre misurazioni:
1. differenza tra il prezzo massimo del giorno e il minimo corrente
2. differenza tra pezzo massimo corrente e il prezzo di chiusura del giorno precedente
3. differenza tra il prezzo di chiusura del giorno precedente e il prezzo minimo corrente
A periodi di maggiore volatilità corrispondono valori alti dell’ATR. Viceversa in caso di bassa volatilità. Candele strette corrispondano, invece, a valori bassi, mentre candele molto pronunciate equivalgano a livelli di ATR crescenti.
A differenza di altri indicatori, l’ATR non indica il corso di un trend, ma riflette piuttosto il livello di interesse sul nostro cross. Quando avvengono un gran numero di transazioni noterai l’indicatore salire verso livelli più alti. Questo dato può tornare utile, per esempio, quando si sta all’inizio di un trend e si vuole valutare la forza del reversal rispetto al movimento precedente.
Trend dei vari ATR relativi a uno specifico graficoL’ATR viene calcolato sommando le medie mobili dei valori del true range, divise per il numero di periodi. Tipicamente l’ATR viene calcolato su 14 periodi su base intraday, giornaliera, settimanale o mensile.
L’ATR per i periodi successivi invece viene calcolato semplicemente come la media dell’ATR dei 13 periodi precedenti + l’ATR corrente:
Ci sono due modi per sfruttare l’ATR:
1) prevedere inversioni di trend
2) fissare il livello di stop loss
Seguendo una logica molto nota, nei momenti d’inversione di tendenza la volatilità è molto alta oppure molto bassa. Dal momento che l’ATR misura proprio la volatilità, quando esso assume valori estremi, si dovrà cogliere il segnale di conferma d’inversione attraverso altri indicatori tecnici, così da ottenere un preciso segnale operativo.
L’ATR è utile quando si vuole capire come fissare un limite per l’uscita dal mercato. Di solito questo livello viene posto pari a 2 x ATR in caso di mercato poco volatile, 3 x ATR se la volatilità è media o 4 x ATR se c’è alta volatilità.
Graficamente l’ATR presenta valori crescenti nelle fasi di ampi movimenti di prezzo, mentre decresce in concomitanza di candele sempre più ristrette che in genere indicano fasi laterali di prezzo. I trader, perciò, cercheranno di sfruttare al meglio le parti di grafico in cui l’ATR presenta valori in crescita.
Per fare un esempio pratico, illustriamo il funzionamento dell’ATR in concomitanza con il Relative strength index (RSI). L’ATR infatti non viene generalmente usato da solo ma viene utilizzato insieme ad almeno un altro indicatore.
Sapendo che l’ATR in caso di valori minimi e massimi sta indicando un’inversione di tendenza o una fase laterale, è possibile utilizzare questo indicatore insieme ad almeno un altro oscillatore tecnico per individuare i punti di ingresso su uno strumento.
Come si vede nel caso sottostante, che raffigura il grafico del cambio Euro-Dollaro, si può notare come su picchi massimi e minimi dell’ATR in concomitanza con punti di ipercomprato e ipervenduto del RSI si verifichino inversioni della tendenza in atto.
Movimenti dell’ ATR e dell’ indicatore RSIE’ il caso dei due esempi cerchiati in bianco, nei quali il cross EurUsd ha toccato nel primo caso livelli massimi di prezzo, insieme ad una diminuzione dell’ATR e ad un picco del RSI. In concomitanza di questo evento, il cambio Euro-Dollaro ha iniziato una lunga fase di discesa per poi trovare un rimbalzo dove indicato dal secondo cerchio bianco che corrisponde ad un picco massimo dell’ATR e ad un picco di ipervenduto del RSI.
Nel complesso, l’indicatore ATR da solo non genera chiari segnali di acquisto o vendita ma si limita semplicemente ad esprimere aumenti o diminuzioni della volatilità. Questo indicatore tecnico, se usato insieme ad altri indicatori, come appena visto, può fornire ottimi segnali di entrata o di uscita da uno strumento finanziario. E’ logico che, vista la natura di indicatore di volatilità, sarà preferibile utilizzare l’ATR su strumenti particolarmente volatili in modo da sfruttare in pieno le caratteristiche dell’indicatore.