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All’interno del vasto e variegato mondo dei derivati finanziari, le opzioni possiedono un fascino particolare. La svariata gamma di impieghi che caratterizza questa tipologia di strumenti spazia dalle strategie di copertura a quelle di speculazione, fino ad arrivare ad utilizzi ancora più sofisticati: le opzioni si configurano per esempio come validi strumenti per interpretare le attese degli operatori in merito all’andamento futuro dei prezzi, grazie al calcolo della volatilità implicita in esse.

I contratti di opzione possono avere caratteristiche tecniche estremamente eterogenee e possono essere negoziati in mercati regolamentati e Over The Counter (non regolamentati): nel secondo caso i prodotti sono caratterizzati dalla possibilità di una maggiore personalizzazione.

Cos’è un contratto di opzione

Acquistare un’opzione significa innanzitutto acquistare un diritto: in particolare l’acquirente ottiene, dietro il pagamento di un premio (cioè del prezzo di acquisto dell’opzione) un diritto ad acquistare (opzione Call) o vendere (opzione Put) un determinato sottostante, ad un prezzo stabilito (Strike Price), in una data futura. Specularmente, chi vende un’opzione conferisce tale diritto alla controparte, ricevendo in cambio il premio. Acquistando un’opzione Call, dunque, fissiamo un prezzo al quale potremo acquistare a termine il sottostante (ad esempio un titolo azionario), indipendentemente da quale sarà il suo prezzo di mercato in quella data futura: se alla data di scadenza il prezzo del titolo sarà superiore al prezzo stabilito dal contratto, il soggetto che detiene il diritto lo eserciterà, pagando in questo modo il sottostante meno del suo valore di mercato. È importante ricordare che l’acquisto dell’opzione non prevede l’obbligo di esercizio del diritto: se infatti a scadenza il prezzo non dovesse essere conveniente, il detentore deciderà semplicemente di non esercitare il suo diritto. Lo stesso discorso vale per le opzioni di tipo Put, le quali permettono a chi acquista il diritto di vendere il sottostante ad un prezzo prestabilito in una data futura. Quest’ultimo assumerà dunque una posizione ribassista: se il prezzo a scadenza sarà inferiore allo Strike Price, il detentore del diritto potrà vendere alla controparte il sottostante ad un prezzo superiore al suo valore reale.

La Moneyness

Aspetto fondamentale della valutazione di un contratto di opzione è la sua Moneyness, cioè la  possibilità che, a scadenza, l’esercizio dell’opzione consenta la realizzazione di un profitto. Un’opzione si definisce infatti In The Money (ITM) quando l’esercizio immediato consentirebbe di acquistare (o vendere) il sottostante a condizioni favorevoli rispetto al mercato, mentre si definisce Out Of The Money (OTM) quando le condizioni di esercizio non sarebbero favorevoli al momento. Quando il prezzo di un’opzione corrisponde esattamente al suo Strike Price, si dice che l’opzione è At The Money (ATM): in questo caso per il detentore del diritto è indifferente esercitarlo o meno, poiché il prezzo al quale potrebbe acquistare è identico al prezzo di mercato. Nel corso della sua vita un contratto di opzione può vedere variazioni significative della sua Moneyness determinate non solo dalle oscillazioni del prezzo del sottostante, ma anche dalle aspettative del mercato sul titolo. Spesso il pagamento avviene con il metodo del cash settlement: in questo modo le controparti non si scambiano l’intero valore, ma solo i flussi di cassa netti dell’operazione.

Europee, Americane ed Esotiche

Per quanto concerne la data in cui il detentore dell’opzione ha il diritto di esercitarla esistono due tipologie “tradizionali” di contratti: opzioni di tipo europeo e opzioni di tipo americano. Le prime sono caratterizzate da una data di esercizio rappresentata dalla sola data di scadenza del contratto, mentre le opzioni di tipo americano permettono all’acquirente di esercitare il proprio diritto all’interno di una o più finestre temporali prestabilite. L’ingente vantaggio determinato dalla flessibilità dalla seconda tipologia di contratto, tuttavia, rende le opzioni americane più costose di quelle europee. Accanto a queste due forme contrattuali si sta facendo spazio una terza tipologia di opzioni, definite opzioni esotiche, che offrono livelli di flessibilità e personalizzazione ancora maggiori, a fronte però di costi decisamente sostenuti.

Tipologie di sottostante

Le opzioni si differenziano anche per la natura dell’attività sottostante. Generalmente si distinguono quattro tipologie di contratti: opzioni su tassi di interesse, su tassi di cambio, su titoli o indici del mercato azionario e su commodities. Tra le opzioni del primo tipo gli esempi più diffusi sui mercati sono i contratti di Cap e Floor, cioè dei contratti attraverso i quali gli acquirenti possono fissare un limite al rialzo (Cap) o al ribasso (Floor) dei tassi di interesse: in questo modo l’acquirente di un’opzione Cap (Floor) ottiene dalla controparte un pagamento quando il tasso di interesse sottostante sale al di sopra (scende al di sotto) del tasso Strike di riferimento, ottenendo in questo modo copertura dall’evento indesiderato. Questa tipologia di opzioni, a differenza delle altre, non verrà esercitata a scadenza o all’interno di una finestra temporale, ma è caratterizzata da una serie di date prefissate (date di fixing) in corrispondenza delle quali avverrà l’eventuale pagamento. Quest’ultimo sarà rappresentato dalla differenza tra il valore di fixing (cioè il valore del tasso in quella data) ed il tasso Strike dell’opzione, moltiplicata per un ammontare di denaro stabilito dalle controparti alla stipula del contratto (nozionale).

Le opzioni sui tassi di cambio permettono, a scadenza, di acquistare o vendere una determinata valuta ad un cambio Strike espresso in un’altra valuta, e permettono di coprirsi da oscillazioni nei tassi di cambio. Acquistando, ad esempio, un’opzione CallEuro/PutUsd a 1,20 l’acquirente ottiene la facoltà a scadenza di acquistare Euro in cambio di Dollari al tasso di cambio di 1,20, indipendentemente dal tasso di mercato in quel momento. In questo caso chi compra si sta proteggendo dal deprezzamento della valuta Dollaro: se infatti il dollaro si deprezzasse otterrebbe meno Euro in cambio, ma in questo modo  può “bloccare” il tasso di cambio, garantendosi di non vendere ad un valore peggiore di 1,20.

Per quanto riguarda le opzioni su azioni, indici azionari e commodities, esse conferiscono a scadenza il diritto di acquistare o vendere una certa quantità di sottostante (ad esempio 100 azioni Apple) ad uno Strike prefissato. Questo permette ai contraenti di speculare sul prezzo di un titolo o di coprirsi da oscillazioni nel valore dello stesso.

Un esempio

Per rendere più chiaro il funzionamento di un contratto di opzione vediamo infine il semplice esempio di un’opzione Call su un titolo X partendo dal grafico del suo payoff.

Come si evince dal grafico, il contratto prevede il pagamento di un premio, che costituisce una “perdita” per l’acquirente del contratto. Acquistando una Call si assume una posizione rialzista su X: chi detiene il diritto di acquistare al prezzo Strike, spera che a termine l’azione X valga di più, in modo da “comprare a meno qualcosa che vale di più”. Sull’asse delle ascisse troviamo il prezzo del sottostante. A termine potremo avere quattro situazioni:

  • Il prezzo del titolo è inferiore allo Strike (OTM): in questo caso non vi sarà convenienza ad esercitare la Call, si registra una perdita pari al premio pagato
  • Il prezzo del titolo è pari allo Strike (ATM): in questo caso sarà indifferente esercitare o meno l’opzione, si registra una perdita pari al premio pagato
  • Il prezzo del titolo è superiore allo Strike (ITM): in questo caso vi sarà convenienza ad esercitare l’opzione

In seguito viene proposto un breve esempio del payoff di un’opzione Call, con premio pari a 1,5 e Strike pari a 5, su una azione X. I numeri in giallo rappresentano ipotesi di prezzi che X potrà assumere a scadenza.

Per quanto riguarda i profili di payoff delle altre possibili posizioni (Vendita Call, Acquisto Put, Vendita Put) l’immagine sottostante è particolarmente efficace nel dimostrare la specularità delle posizioni.