L’impiego di contratti di opzione nell’implementazione delle strategie operative, siano esse di hedging o speculative, può essere caratterizzato da diversi livelli di personalizzazione. Accanto alla semplice compravendita di tali contratti, infatti, investitori con particolari necessità hanno la possibilità di costruire prodotti tailor made in grado di soddisfare bisogni estremamente specifici. Al fine di poter apprezzare le potenzialità dei prodotti che l’ingegneria finanziaria offre agli operatori, è consigliata una buona familiarità con le opzioni.
Qualora non vi sentiste ancora ferrati sull’argomento consiglio la lettura del nostro articolo sulle opzioni. In questa sede analizzerò alcune delle più diffuse tra le pressochè infinite strategie operative implementabili ricorrendo ai contratti di opzione.
Attraverso una strategia di Covered Call un operatore che detiene un determinato sottostante decide di vendere un’opzione Call sullo stesso per ricavarne un premio. L’operatore punta quindi sulla stabilità del prezzo del sottostante: se infatti a termine la Call non verrà esercitata (ovvero se il valore del sottostante sarà minore dello strike), egli avrà un rendimento pari al premio incassato per la Call, che andrà ad incrementare il suo rendimento di portafoglio. Se invece il sottostante dovesse essere superiore allo strike, l’operatore vedrebbe il valore del suo sottostante bloccato sul prezzo Strike. Con una Protective Put, invece, un operatore acquisisce una Put sul proprio sottostante per limitare le perdite in caso di deprezzamento dello stesso: se il sottostante si deprezza al di sotto dello strike, esercitando la Put l’investitore limita le perdite grazie al profitto realizzato dall’esercizio dell’opzione (poiché vende a prezzo strike). Se invece il sottostante dovesse apprezzarsi, la Put non verrebbe esercitata ed il rendimento sarebbe identico alla semplice detenzione del titolo, ridotto però dall’esborso sostenuto per l’acquisto della Put.
Una strategia Bull Spread viene costruita tramite l’acquisto di un’opzione Call già In The Money (cioè con un prezzo di esercizio inferiore al prezzo di mercato del sottostante), con conseguente vendita di un’altra opzione Call, questa volta Out of The Money. La prima opzione verrà ovviamente acquistata dietro pagamento di un consistente premio, giustificato proprio dalla sua moneyness, mentre la vendita della seconda avviene ad un premio inferiore in ragione della minore probabilità di payoff positivo che la stessa esprime. La strategia è adatta per un operatore che prevede un rialzo del prezzo del sottostante, limitato tuttavia al di sotto dello strike della Call venduta: in questo modo viene ridotto in parte il prezzo di acquisto per la Call già In The Money acquistata (premio della Call acquistata – premio della Call venduta), beneficiando comunque di un eventuale moderato incremento di valore del sottostante. Il rischio legato a questa strategia operativa è di duplice natura: se, da una parte, una riduzione del valore del sottostante determinerebbe una perdita pari alla differenza tra i due premi, dall’altra un aumento del valore oltre lo strike della Call venduta determinerebbe una perdita in termini di costo opportunità, in quanto sarebbe stato più conveniente il solo acquisto della Call. Discorso simile, ma speculare, vale per la strategia Bear Spread: essa si basa sull’acquisto di una Put In The Money e la vendita di una Put con strike minore (Out of The Money), in modo da ridurre il prezzo di acquisto della prima con prospettive di ribassi contenuti.
Tra le opzioni più diffuse sui mercati finanziari è doveroso annoverare le opzioni Cap e Floor. Dato un tasso di interesse di riferimento (ad esempio il tasso Euribor) la prima permette di fissare un limite superiore, un tetto, alle oscillazioni del tasso sottostante: un Cap garantisce infatti al suo possessore in ogni data di scadenza un pagamento pari alla differenza positiva tra il fixing del tasso di riferimento ed il limite massimo imposto dall’opzione. Specularmente, attraverso l’acquisto di un’opzione Floor un operatore si copre dalla possibilità di discesa del tasso di riferimento sotto il livello strike. L’acquisto di un’opzione è tuttavia subordinato al pagamento di un premio, che incide (talvolta pesantemente) sul payoff dello strumento. Per ovviare a questo problema si può decidere di ricorrere alla costruzione di una strategia Collar. Un operatore che voglia acquistare, per esempio, un’opzione Cap, può decidere di pagare il premio della stessa attraverso la vendita ad una controparte di un’opzione Floor allo stesso premio, implementando così una strategia a costo zero: in questo modo viene a formarsi un “corridoio” ideale di prezzo, limitato superiormente dalla Cap ed inferiormente dal Floor, all’interno del quale le variazioni del tasso di riferimento non determinano alcun flusso di cassa. Un innalzamento del tasso di interesse oltre lo strike della Cap determinerà un flusso di cassa positivo in favore dell’operatore, il quale per contro dovrà riconoscere un pagamento alla controparte in caso di movimenti del tasso al di sotto dello strike della Floor. Questo tipo di strategia ha il vantaggio dunque di eliminare una componente di costo (il premio) a volte consistente, determinando tuttavia un rischio superiore in capo all’operatore. Lo stesso tipo di operazione può essere messo in atto con opzioni su titoli, tramite l’acquisto di una Call finanziata interamente con la vendita di una Put con strike minore (Long Collar) o acquisto di una Put finanziata interamente con una Call con strike maggiore (Short Collar).
Il concetto sottinteso dalla strategia Straddle è semplice: l’operatore si aspetta che il prezzo del sottostante si allontanerà, in positivo o in negativo, da un determinato strike price. Per mettere in atto questa strategia è necessario acquistare (o vendere) sia una Call che una Put sullo stesso sottostante, con medesimo strike e medesima scadenza. A fronte di un guadagno potenzialmente illimitato, acquistare una Straddle richiede il sostenimento di costi particolarmente elevati, derivanti proprio dalla necessità di acquistare entrambi gli strumenti: per realizzare payoff positivo sarà dunque necessario uno spostamento del valore del sottostante dallo strike sufficientemente marcato da compensare i due premi. Specularmente, vendendo una Straddle ci si espone ad un rischio estremamente marcato: per questo spesso è richiesto alla controparte venditrice una riserva di denaro adeguata alla copertura dell’eventuale perdita. Discorso simile a quello fatto per la Straddle vale per la strategia definita Strangle: questa si basa sull’acquisto (o vendita) di una Call e di una Put sullo stesso sottostante e con medesima scadenza, ma con strike price diverso (unica differenza sostanziale con la Straddle). In questo caso, dunque, il payoff è positivo se il prezzo del sottostante a scadenza è sufficientemente distante dal range determinato dai due strike price.
Quelle descritte sono solo alcune delle strategie operative che possono essere implementate grazie alla combinazione di più prodotti finanziari derivati (in questo caso azioni). Ogni giorno nei mercati vengono partoriti nuovi prodotti basati sulle esigenze dei diversi operatori: l’ingegneria finanziaria sta raggiungendo vette imponderabili solamente due decenni addietro.