Ci sono state molte interrogazioni parlamentari, domande alla ministra Pinotti e manifestazioni ma la RWM continua ad esistere a Domusnovas (SU). Ma come mai questa società tedesca crea tanto rumore? La risposta è semplice, produce bombe che vengono usate dall’Arabia Saudita nel conflitto in corso in Yemen. Il tema è scottante e si possono definire tre principali schieramenti: la RWM, gli oppositori che vogliono la chiusura della società e i sostenitori della sua riconversione.
In questo articolo cercheremo di approfondire cosa sia la RWM, il contesto del Sulcis-iglesiente e il perché le attività di questa fabbrica generino polemiche sia economiche che giuridiche.
La Rheinmetall AG (più comunemente chiamata RWM per via del precedente nome Rheinische Metallwaaren – und Maschinenfabrik AG) è una società tedesca che opera nel settore delle armi da fuoco. La sua sede principale è a Düsseldorf ed è quotata alla Borsa di Francoforte. La RWM ha una storia centenaria, essendo stata fondata nel 1889: già dagli inizi, l’azienda di Heinrich Ehrhadt ebbe grande successo con una serie di brevetti che le permisero di accaparrarsi una grossa fetta di mercato. Con le guerre mondiali, la RWM crebbe ulteriormente svolgendo il ruolo di principale fornitore dell’esercito imperiale e successivamente della Wehrmacht.
Questo territorio costituisce una regione storica della Sardegna ed è situato nella zona sud-ovest dell’isola. Questa zona è ricca di paradisi naturali come le sue famose spiagge ma è anche nota per essere una delle zone più povere ed economicamente deboli non solo della Regione ma di tutta l’Italia.
Per aiutare gli imprenditori e gli abitanti della zona, è stato introdotto il Piano Sulcis che permette di utilizzare un regime fiscale. La filiale della RWM in Sardegna (gestita dalla RWM Italia S.p.A.) si trova nella località chiamata “Matt’è Conti” nel territorio del Comune di Domusnovas.
Per capire la questione della RWM in Sardegna è centrale il conflitto in Yemen. Nel 2015, il movimento armato sciita degli Huthi invadono e conquistano la capitale Sana’a spodestando il Governo di Abdrabbuh Mansur Hadi. Questo ha portato alla formazione di una coalizione di Paesi guidati dall’Arabia Saudita che è entrata nel conflitto al fine di ristabilire il Governo di Hadi, che nel frattempo si è stabilito ad Aden. La coalizione comprende E.A.U., Bahrain, Kuwait, Qatar, Egitto, Giordania, Marocco, Senegal e Sudan. Parte dei loro rifornimenti di armi arriva dalla RWM e sono prodotti in Sardegna e poi “spediti” attraverso l’aeroporto di Elmas.
Col tempo sono nati sempre più comitati e gruppi che si oppongono alla costruzione di bombe dietro la loro casa. Ma questo fenomeno non è circoscritto al Sulcis ma bensì coinvolge associazioni pacifiste da tutta la nazione. Più di venti comitati e gruppi di varie culture e idee politiche si sono riunite nel “Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile”. Ovviamente le manifestazioni contro la fabbrica hanno prodotto proteste da parte di chi vede il proprio lavoro messo a repentaglio dalla chiusura della RWM. Tuttavia, la maggioranza degli oppositori alla RWM, propone appunto una riconversione della struttura produttiva dell’impianto e la salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti.
Le varie associazioni denunciano la palese violazione della legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in conflitto e prevede che ogni partita di armamenti che parta o transiti dal nostro Paese debba essere autorizzata dal Ministro degli Esteri. Su questo pesano le varie non risposte del ministro Pinotti e di varie altre cariche istituzionali che solo negli ultimi tempi sembrano iniziare ad accorgersi del problema.