Home » e-Learning » Il Quantitative Easing: cos’è e come funziona?

L’allentamento quantitativo (QE), noto anche come Quantitative Easing è una politica monetaria espansiva in base alla quale una banca centrale acquista quantità predeterminate di titoli di stato o altre attività finanziarie al fine di stimolare l’economia e aumentare la liquidità.
È una forma non convenzionale di politica monetaria, viene solitamente utilizzata quando la politica monetaria standard è diventata inefficace nella lotta all’inflazione o alla deflazione che scende al di sotto degli obiettivi politici.
Una banca centrale attua un Quantitative Easing acquistando determinati importi di attività finanziarie da banche commerciali e altre istituzioni finanziarie, aumentando così i prezzi di tali attività finanziarie e abbassando il loro rendimento, aumentando contemporaneamente l’offerta di moneta.
Ciò differisce dalla politica più usuale di acquistare o vendere obbligazioni governative a breve termine per mantenere i tassi di interesse interbancari a un valore obiettivo specifico.

Come funziona la politica monetaria espansiva?

La politica monetaria espansiva per stimolare l’economia implica in genere che la banca centrale acquisti titoli di Stato a breve termine per abbassare i tassi d’interesse di mercato a breve termine. Tuttavia, quando i tassi di interesse a breve termine raggiungono o si avvicinano a zero, questo metodo non può più funzionare. In tali circostanze, le autorità monetarie possono quindi utilizzare il Quantitative Easing per stimolare ulteriormente l’economia, acquistando attività più rischiose o di maggiore durata rispetto alle obbligazioni governative a breve termine, riducendo così i tassi di interesse ulteriormente sulla curva dei rendimenti.

Obiettivi e rischi del Quantitative Easing

Il Quantitative Easing può aiutare a garantire che l’inflazione non scenda al di sotto di un obiettivo. I rischi comprendono che la politica è più efficace del previsto nell’agire contro la deflazione (portando a un’inflazione più elevata a lungo termine, a causa dell’aumento dell’offerta di moneta), o non essendo abbastanza efficace se le banche restano riluttanti a prestare e potenziali mutuatari non sono disposti a prendere in prestito. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il Sistema di Riserva Federale degli Stati Uniti e vari economisti, l’allentamento quantitativo intrapreso dalla crisi finanziaria globale del 2007-08 ha mitigato alcuni dei problemi economici dalla crisi.

Le politiche monetarie standard della banca centrale vengono di solito attuate acquistando o vendendo titoli di stato sul mercato aperto per raggiungere l’obiettivo desiderato per il tasso di interesse interbancario. Tuttavia, se una recessione o una depressione continua anche quando una banca centrale ha abbassato i tassi di interesse quasi a zero, la banca centrale non può più abbassare i tassi di interesse, una situazione nota come trappola della liquidità. La banca centrale può quindi attuare un allentamento quantitativo acquistando attività finanziarie senza fare riferimento ai tassi di interesse. Questa politica viene talvolta descritta come l’ultima risorsa per stimolare l’economia.

Funzionamento del Quantitative Easing

Sintesi del Quantitative Easing Fonte: Ansa

Una banca centrale promuove il Quantitative Easing mediante acquisti, indipendentemente dai tassi di interesse, una quantità predeterminata di obbligazioni o altre attività finanziarie sui mercati finanziari da parte di istituti finanziari privati.
Questa azione aumenta le riserve in eccesso detenute dalle banche. L’obiettivo di questa politica è facilitare l’espansione dei prestiti bancari privati; se le banche private aumentassero i prestiti, aumenterebbe l’offerta di moneta, sebbene il QE aumenti direttamente l’offerta di moneta ampia anche senza ulteriori prestiti bancari. Inoltre, se la banca centrale acquista anche strumenti finanziari più rischiosi delle obbligazioni governative, può anche ridurre il rendimento degli interessi di tali attività (poiché tali attività sono più scarse sul mercato, e quindi i loro prezzi aumentano di conseguenza).

Il Quantitative Easing e la politica monetaria in generale possono essere effettuati solo se la banca centrale controlla la valuta utilizzata nel paese. Le banche centrali dei paesi dell’Eurozona, ad esempio, non possono decidere unilateralmente di utilizzare un allentamento quantitativo. Devono invece affidarsi al consiglio direttivo della Banca centrale europea (composto da tutti i governatori delle banche centrali nazionali) per concordare una politica monetaria comune, che esse (le banche centrali nazionali) attuano.

Il Quantitative Easing Europeo

Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea

Il 22 gennaio 2015, il governatore Mario Draghi annunciò, al World Economic Forum, l’inizio del primo Quantitative Easing Europeo.
Durante l’annuncio spiegò che la BCE avrebbe acquistato titoli di debito pubblici e privati a partire da marzo 2015 almeno fino a settembre 2016 al ritmo di 60 miliardi di euro/mese, e comunque fino a quando il tasso di inflazione nell’Eurozona avrà raggiunto l’obiettivo previsto dallo statuto della Banca Centrale (inflazione prossima ma inferiore al 2% nel medio periodo).

Le tappe successive del Quantitative Easing Europeo

Il 4 dicembre 2015 la Bce ha  deciso di prolungare il Quantitative Easing fino al mese di marzo del 2017. L’importo mensile è rimasto lo stesso, 60 miliardi di euro. Ai titoli acquistabili sono stati aggiunti quelli emessi dagli enti locali. Il tasso dei depositi bancari, già negativo, è stato ulteriormente abbassato da -0,2% a -0,3%.

Il 10 marzo 2016 la Bce ha deciso di portate l’importo mensile da 60 a 80 miliardi di dollari già dal successivo mese di aprile. Ai titoli acquistabili sono stati aggiunti anche quelli di società private non bancarie con rating superiore a BBB-. Il tasso di riferimento è rimasto allo 0%, mentre il tasso sui depositi è sceso a -0,4% dal precedente -0,3%.

L’8 dicembre 2016 la BCE ha esteso la durata del Quantitative Easing. Gli acquisti mensili per 80 miliardi di euro continueranno fino al mese di marzo del 2017. E fino alla fine dello stesso anno la Bce effettuerà acquisti per 60 miliardi di euro al mese. I tassi di interesse sono invece rimasti invariati: tasso di riferimento allo 0%; tasso di rifinanziamento marginale allo 0,25%; tasso sui depositi presso la Bce al -0,40%.

Il 19 gennaio 2017 la Banca Centrale Europea ha confermato la politica monetaria già in atto, il livello dei tassi di interesse e il programma di acquisto dei titoli di stato. Il saggio di riferimento è stato quindi confermato allo zero, mentre quello sui depositi resta negativo e pari al -0,4%. Verranno proseguiti gli acquisti di titoli di stato all’attuale ritmo mensile di 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017. Dal mese successivo gli acquisti netti scenderanno a un ritmo mensile di 60 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario. E in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione.

Il 25 ottobre 2017 la BCE ha prolungato il Qe per altri 9 mesi, sino a settembre 2018, dimezzando tuttavia l’entità della misura che da gennaio 2018 a settembre sarà pari a 30 miliardi di euro al mese.

Il 14 giugno 2018 la BCE ha prolungato il Qe per altri 3 mesi, sino a dicembre 2018, dimezzando tuttavia l’entità della misura che da ottobre 2018 a dicembre sarà pari a 15 miliardi di euro al mese. Inoltre, lo stock di titoli già acquistati verrà mantenuto, con acquisti dei bond giunti a scadenza, per un periodo che andrà oltre la fine degli acquisti netti fin quando sarà ritenuto necessario per garantire “condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.