Il signoraggio bancario: via d’uscita dalla crisi?
A seguito delle crisi attuali i pensieri riguardo ad un cambio radicale del sistema Euro sono stati molteplici. Da chi vuole uscirne, a chi vuole integrarsi ancora di più, il dibattito è accesissimo e uno dei punti focali della discussione è il cosiddetto sfruttamento del signoraggio bancario.
Cosa si intende però per signoraggio bancario?
Con signoraggio si intende il guadagno netto da parte della Banca Centrale di un determinato Paese sulla produzione della moneta. La cartamoneta viene dunque considerato un bene come qualsiasi altro che viene dunque prodotto dalla fabbrica/banca e venduto allo Stato che paga per quei soldi.
Un esempio pratico
Mettiamo che l’Italia debba avere bisogno di liquidità e chiede dunque un miliardo di € alla Banca Centrale Europea (unico ente preposto nell’Unione Europea per lo stampaggio di denaro) e poniamo che una banconota da € 100 abbia un costo di produzione di € 0.30 cent. Con un rapido calcolo abbiamo che € 1,000,000,000.00 / € 100 fanno esattamente 10 milioni di pezzi da € 100. Questi dieci milioni, moltiplicati per il loro costo unitario, fanno € 3 milioni. Dunque, il gioco ormai è chiaro: La Banca Centrale Europea ha venduto un miliardo di euro ad un costo di tre milioni: un profitto netto di € 997,000,000.00!
Funziona davvero così? Più o meno sì: se si va a vedere il bilancio della BCE per il 2017 troviamo questo:
Nell’Attivo abbiamo i crediti per le banconote allocate che corrispondono alla stessa cifra nel Passivo dello Stato Patrimoniale la BCE con circa € 94 miliardi di banconote in circolazione. Se si fa un giro nel bilancio della BCE non viene nominata neanche una volta la parola “signoraggio”. Quindi esiste o non esiste? Scorrendo nel conto economico si trova questa voce:
Osservazioni
Si può notare che per il 2017 la BCE ha guadagnato esattamente € 0 sull’emissione di banconote! E nel 2016 “solo” circa € 9 milioni a fronte della moneta circolante. Ma qui, tra l’altro, si sta parlando di interessi. Non di guadagno netto sulla produzione. Come mai? Si può vederla così: La BCE non guadagna e non ha interessi a guadagnare sulle banconote stampate. È semplicemente un servizio che viene offerto agli Stati richiedenti: L’Italia, come nell’esempio, chiede € 1,000,000,000.00 e la BCE glieli conferisce.
Fine della storia?
Non proprio. Il signoraggio bancario non può svanire così nel nulla. Ciò che succede in realtà è che quel valore di quasi 94 miliardi corrisponde solo all’8% della composizione delle banconote realmente circolanti. La restante parte viene acquisita quindi da parte dello Stato richiedente sotto forma di signoraggio. Il signoraggio quindi, dulcis in fundo, esiste ed è tenuto in gran parte dallo stato richiedente. Riprendendo l’esempio precedente, avremo che per l’Italia che chiede un miliardo di euro, la BCE metterà a bilancio 80 milioni di euro nel passivo e la restante parte sarà il guadagno derivante dal signoraggio da parte del Paese.
Ma ancora una volta: è realmente così?
La verità è che ci sono regole molto stringenti sulle richieste di denaro formulate alla BCE. Solo in questi ultimi tempi si è parlato molto di Quantitative Easing e del fatto che la BCE sia entrata nel mercato secondario comprando direttamente titoli di Stato (BOT, BTP, etc.) suscitando più di una discussione anche a livello legale all’interno del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE, nello specifico si tratta dell’applicazione dell’articolo 125, la cosiddetta clausola che vietava il bail-out, ovvero il divieto per la BCE o altre istituzioni sovranazionali di diventare titolari di debito di Stati nazionali).
Il signoraggio nella storia
Tutte queste regole in realtà sono figlie della memoria degli economisti riguardo le esperienze storiche di finanziamento da parte degli Stati tramite lo sfruttamento dello strumento del signoraggio. Detto in parole povere, si tratta dell’esperienza di ripagare il debito stampando moneta e pagando con quest’ultima.
Come esempio lampante, basti pensare alla repubblica di Weimar, nei primi anni Venti subito dopo la Prima Guerra mondiale: Germania in crisi, soluzione presto trovata. Stampare soldi per pagare i debiti derivanti soprattutto dalla guerra. Risultato? Una bella parola, Iperinflazione. Guardando solo al 1923 poco tempo si è arrivati a pagare un chilo di pane circa 400 miliardi di marchi, da un prezzo relativo a inizio gennaio di circa 200.
Lo stesso è accaduto di recente di recente anche nello Zimbabwe fra il 2000 e il 2008. Ma questi sono solo due di numerosi esempi.
L’Italia e le crisi
In Italia si faceva uso del signoraggio fin quando c’è stata la Banca d’Italia che stampava la Lira, ma sempre stando a certe regole e ad accordi sovranazionali (si prenda ad esempio l’accordo di Bretton-Woods, con cui l’Italia si era impegnata, insieme ad altri Stati, a far rimanere fisso il tasso di cambio con il dollaro).
Dopo aver detto tutto ciò, lascio a voi la risposta alla domanda: usereste il metodo del signoraggio bancario per risollevare un Paese da una situazione di crisi, presa anche conoscenza delle varie situazioni storiche?
Stay tuned!