Home » e-Learning » Teoria Economica » I Fondi Europei: spreco o inutilizzo?

Uno dei vantaggi sicuramente da sfruttare dall’essere presenti nell’Unione Europea è l’utilizzo di fondi comunitari. Ne esistono di vari tipi e la paura maggiore relativa a questo strumento è lo spreco che ne potrebbe derivare.

Attualità

Quante volte si sente/legge che c’è stato uno spreco di fondi pubblici/europei, con grande indignazione da parte dei più?
A scopo esemplificativo prenderemo ovviamente il nostro Paese. Ebbene l’Italia, a seguito della prima relazione da parte della Commissione Europea per l’utilizzo dei Fondi risulta essere in 23esima posizione su 28. Peggio solo Spagna, Romania, Irlanda e Austria.

Come è potuto accadere?

Sembra addirittura difficile creare uno spreco con uno stanziamento di fondi. In parole povere, è come se da bambini aveste ricevuto € 50.00 come regalo per l’acquisto, per dire, di un videogioco ma invece ne usate solo € 1,50 per qualche caramella. Perché proprio € 1,50 cent? Poiché questa è proprio la proporzione che viene buttata via dall’Italia.

Il Bilancio

Il Bilancio Lungo dell’Unione Europea dura un settennato. Ora siamo nel periodo 2014-2020, durante il quale vengono definiti gli obiettivi. Secondo gli ultimi dati quindi, in un bilancio totale previsto per il 2018 di 160 Miliardi di Euro (rialzato di tre miliardi dai 157 del 2017), all’Italia sono stati messi da parte in conto 42,47 miliardi. Con l’aggiunta di quelli del Governo si raggiunge la cifra di 73,67 miliardi, rendendo il Belpaese il secondo beneficiario di fondi europei, dietro solo alla Polonia. Ecco, dei 42,47 miliardi l’Italia ne ha programmati solo il 37% e ne ha spesi solo il 3%. Quindi, su 42,47 miliardi di Euro, sono stati solamente 2,45. Davvero pochi.

E gli altri?

C’è da dire comunque che gli altri Paesi dell’Unione non vanno proprio a gonfie vele. La media europea di cifre spese ammonta al 6% con una programmazione del 44%. Non sono di certo tutti i soldi ma avere un 6% darebbe di sicuro più ossigeno economico alla nostra Italia.

Come mai questo poco sfruttamento?

Ricevere fondi europei non è semplicissimo, richiede ovviamente un iter che è standardizzato. Questo però non può giustificare un tale ammanco. A mio avviso è anche la disinformazione o la mancanza di voglia a farla da padrona. Esemplare è il caso della Xylella fastidiosa, per cui l’Europa cofinanziava, assieme alla regione Puglia, la ricerca e l’abbattimento degli alberi infetti da tale malattia. Molti però, o non sapendo dell’appoggio finanziario o perché affezionati agli alberi, hanno preferito non fare nulla contribuendo a spargere il morbo.

Albero colpito da Xylella

Cosa succede in caso di finanziamento sbagliato?

 

Come si può trovare sul sito della Commissione Europea, la responsabilità di ripartire il bilancio ricade sulla Commissione stessa. In caso di pagamenti indebiti, dunque per progetti valutati male o mai finiti oppure ed è il caso peggiore stanziati e non usati per l’attuazione del progetto in questione, in tal caso la Commissione collabora con i paesi dell’UE interessati per recuperare le somme in questione. Inoltre, per garantire la trasparenza, l’elenco delle organizzazioni e delle imprese che ricevono fondi dell’UE è pubblico.

Quali sono le aree di interesse dei fondi?

Direttamente dal sito della Commisione:

“Attualmente, la quota più ingente è quella destinata a stimolare la crescita e l’occupazione e a ridurre le disparità economiche tra le regioni. Una percentuale significativa è attribuita inoltre ad agricoltura, sviluppo rurale, pesca e tutela dell’ambiente. Altri settori di spesa includono la lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e all’immigrazione clandestina.”

Berlaymont, il palazzo della Commissione Europea

I punti principale comunque sono 6 e si dividono in:

  1. Crescita sostenibile, finanziando i processi di ricerca e innovazione indirizzati all’aumento delle competenze specifiche dei lavoratori e per l’innovazione da parte delle aziende. In questo ambito rientra anche il finanziamento per coprire le disparità tra Stati. Per questo i Paesi più ricchi ricevono meno di quelli più poveri. Per un puro motivo di convergenza comune.
  2. Preservazione e gestione delle risorse naturali. Qui rientrano tutti fondi da quelli per la distruzione di raccolti in seguito ad esempio a grandinate fino al citato caso Xylella.
  3. Cittadinanza, Sicurezza, Giustizia e Libertà. Una parte del bilancio viene dedicata a questi scopi fondamentali. In particolar modo ultimamente basilare sono i fondi per l’immigrazione. Per cittadinanza si intendono tutti i benefit relativi all’essere cittadini europei, quindi la sanità pubblica, protezione dei consumatori, cultura, supporto ai giovani e dialogo con i cittadini.
  4. UE come parte del mondo. Fondi come supporto ad aziende che si affacciano anche al di fuori dall’Europa per mantenere alta la competitività
  5. Amministrativi. Il 6% di tutto il Bilancio UE viene speso per tutte le spese di gestione. Interessante il fatto che viene coperta anche la parte spesa dallo staff delle istituzioni europee per le tasse scolastiche e libri per i propri figli in apposite “scuole europee”.
  6. Compensazioni. Pagamenti temporanei che includono compensazioni per gli ultimi stati annessi.

Europa sprecona?

In ultima istanza possiamo quindi dire che in Europa, a livello centrale, non ci sono sprechi. Tutto quello che viene apportato dagli Stati dell’Unione viene convalidato e approvato dai membri del parlamento e da tutti gli stati membri. Ciò che non viene usato rimarrà sempre nel Bilancio Europeo, per scopi futuri.