Il titolo non lascia margini di dubbio, questo articolo è sui beni di Giffen. Tuttavia per capire cosa sono, è meglio fare un passo indietro.
Economicamente parlando, un bene è un oggetto che presenta le qualità di scarsità, reperibilità e utilità. Un bene è scarso quando è presente in quantità inferiore a quella domandata mentre è utile quando è in grado di soddisfare un bisogno. Per spiegare i beni di Giffen, sono importanti due categorie di beni:
Per chiarire meglio i due concetti precedenti, facciamo due esempi banali. Pensiamo ad un hamburger: se il proprio reddito non permette di acquistare un prodotto migliore, ci si dovrà accontentare di quello. Se il reddito aumenta allora è prevedibile che si acquisterà un taglio di carne di più alta qualità, ad esempio una Fiorentina. In questo esempio, l’hamburger è un bene inferiore. Se capovolgiamo la situazione, la Fiorentina diventa un esempio di bene normale.
La variazione dei prezzi produce principalmente due effetti, quello di reddito e quello di sostituzione. L’effetto reddito è la modifica subita dal potere di acquisto di un consumatore, in relazione alla variazione del prezzo del bene. Se il prezzo aumenta, il potere di acquisto diminuisce. Questo ha un impatto anche sulla quantità domandata dei beni: avendo due beni X e Y, se il prezzo di X aumenta allora si modifica il prezzo relativo dei beni e il consumatore sposterà la sua spesa da X a Y. Questo spostamento della spesa è l’effetto sostituzione, ovvero la sostituzione del bene acquistato una volta che il suo prezzo aumenta. Un dettaglio non di poco conto è che l’effetto sostituzione studia solo le variazioni dei prezzi relativi.
I beni di Giffen prendono il nome dallo statistico ed economista scozzese, Robert Giffen. Oltre a questi lavori, Giffen era anche un giornalista per vari giornali tra cui The Economist e The Times. Le sue competenze lo portarono a diventato capo consigliere statistico del Governo e anche presidente della Società di Statistica. Nel 1908, predisse che una guerra di dimensioni mai viste avrebbe portato ad uno shock del mercato del credito e di conseguenze del mercato internazionale. Basandosi sulle previsioni di Giffen, l’ammiragliato reale britannico sviluppò un piano di guerra commerciale all’inizio della WW1.
I beni di Giffen sono una forma particolare di beni inferiori, che hanno essenzialmente due caratteristiche identificative:
Non si sa con certezza a quali beni si riferisse Giffen: Alfred Marshall nel suo libro “Principles of economics” attribuisce al pane il ruolo di bene protagonista del paradosso di Giffen. Altre fonti citano le patate con riferimento alla carestia che ha colpito l’Irlanda intorno al 1845. Benché nei lavori di Giffen non ci sia menzione di nessuno dei due beni, la versione privilegiata è quella delle patate. Durante la carestia, le famiglie più povere dovettero aumentare il loro consumo di tale bene perché anche se il loro prezzo era aumentato, risultavano comunque meno costose di altri beni.
Oltre ai beni usati come esempio standard, vari economisti hanno proposto dei beni che a loro dire rientrano tra i beni di Giffen Tra questi si trovano le criptovalute come i Bitcoin che pur avendo teoricamente le caratteristiche necessarie, non hanno i riscontri empirici per essere definiti tali. Anthony Bopp nel 1983 e Schmuel Baruch e Yakar Kanai nel 2001, hanno proposto rispettivamente il cherosene e il shochu (un alcolico giapponese). Come per i Bitcoin, la teoria supportava il loro inserimento tra i beni di Giffen ma i risultati empirici sono stati definiti insufficienti a sostenere tale idea. Tuttavia, molti economisti sostengono che certi beni siano “di Giffen” solo in relazione a determinate categorie di consumatori e quindi ampliano la potenziale lista di tali beni.