In questo secondo articolo di #FinanceProfiles parleremo dell’uomo maggiormente associato alla teoria monetarista: Milton Friedman.
Milton Friedman nasce a New York nel luglio del 1912, da genitori ebrei provenienti dal Regno di Ungheria (ora parte dell’Ucraina). La famiglia si trasferì poco dopo a Rahway nel New Jersey dove Friedman concluse gli studi superiori a soli sedici anni. A vent’anni si laurea alla Rutgers University, specializzandosi in Matematica ed Economia, con l’iniziale intenzione di diventare attuario. Tuttavia, sotto l’influenza degli economisti Arthur Burns e Homer Jones, decise di intraprendere l’attività che lo renderà famoso.
Di fronte alla scelta tra due borse di studio, una della Brown University in Matematica e una dell’università di Chicago in Economia. Friedman decide di trasferirsi in Illinois senza sapere che questo cambierà radicalmente le scienze economiche. Qui consegue il Master nel 1933 e conosce la sua futura moglie (e collega), Rose Director (anch’essa futura economista).
Dopo un breve periodo di fellowship alla Columbia, torna a Chicago dove ha come insegnante il famoso Harold Hotelling e dove stringe amicizia con George Stigler (premio Nobel nel 1982) e W. Allen Wallis.
Insieme ad Anna Schwartz scrisse “A monetary history of the United States, 1867-1960” nel quale attribuiva la Grande depressione alle politiche delle FED che avevano portato ad una grande contrazione di moneta. In seguito fu impiegato al National Bureau of Economic Research, dove affiancò il futuro premio Nobel Simon Kuznets nell’elaborazione di “Incomes from Independent Professional Practice”. Questo lavoro presenta per la prima volta il concetto di reddito permanente e transitorio e qualche anno più tardi verrà utilizzato come sua tesi di dottorato. Nel 1940 diventa professore per la Wisconsin-Madison ma non rimane molto a causa di discriminazioni e differenze di vedute sul coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto. Finirà coinvolto indirettamente nella macchina bellica, occupandosi come matematico statistico dei design delle armi, delle tattiche militari e di vari esperimenti, presso la Columbia University.
Dopo essere diventato padre per la seconda volta (suo figlio David seguirà le orme dei genitori e diventerà economista mentre Jan diventerà giocatrice professionista di Bridge), nel 1946 Friedman diventa professore di Teoria economica all’università di Chicago. Qui rimarrà per trent’anni contribuendo a formare la scuola economica di Chicago e ha formare vari premi Nobel.
A questo punto vi starete chiedendo quando parlerò del Monetarismo. Data la complessità dell’argomento, ritengo sia meglio dedicare ad esso un articolo a parte. Ora torniamo a Milton.
Nel 1976, Milton Friedman riceve, in solitaria, il premio Nobel per le scienze economiche, per i suoi studi sul tema dell’analisi del consumo, per la teoria e storia monetaria e per la dimostrazione della complessità delle politiche di stabilizzazione. Nel caso suo figlio riesca a replicare il trionfo paterno, i Friedman sarebbero la prima coppia padre-figlio a vincere il premio Nobel. Ma non sembra che la storia andrà in questo senso.
A 65 anni, Friedman lascia Chicago e si trasferisce a San Francisco dove inizia a lavorare come visiting scholar presso la locale Federal Reserve Bank. In seguito, lavorò con il Free To Choose Network per creare una serie televisiva in dieci parti, in cui venivano esposte le sue idee economiche. Questo lavoro vide la collaborazione anche di sua moglie e fu “costruito” in tre anni prima di vedere la luce nel 1980. In concomitanza con la serie, venne pubblicato il libro “Free to choose” (omonimo del programma televisivo), scritto a quattro mani da Milton e Rose. Il successo fu tale che l’opera divenne il best-selling non-fiction book del 1980 e fu tradotto in quattordici lingue.
Nel 2006, Milton Friedman morì per problemi al cuore a 94 anni. Nonostante non fosse più nel fiore degli anni, lavorava ancora come economista e non aveva mai interrotto le sue ricerche. Il suo ultimo articolo fu pubblicato sul Wall Street Journal il giorno dopo la sua scomparsa.