Nella teoria dei giochi il “gioco del pollo” è una situazione in cui due giocatori avversari devono indurre la controparte ad adottare un certo comportamento senza fare altrettanto. Il gioco del pollo è una configurazione della teoria dei giochi a somma non nulla. L’informazione è completa e vi partecipano due giocatori che agiscono contemporaneamente.
L’esemplificazione classica è basata sulla sfida del film Gioventù bruciata con James Dean del 1955 in cui due ragazzi fanno una corsa automobilistica lanciando simultaneamente le auto verso un dirupo.
In questo gioco vi è comunicazione tra i giocatori nessuno dei due giocatori ha una strategia dominante e vi sono due equilibri potenziali: (“sterza”, “continua diritto”) e (“continua diritto”, “sterza”). Come si vede, entrambi sono degli ottimi paretiani e il gioco viene detto di non cooperazione, poiché ad entrambi conviene adottare la strategia opposta rispetto a quella dell’altro giocatore. La soluzione del gioco proviene dalla dichiarazione credibile di uno dei due giocatori dell’intenzione di non voler sterzare ad ogni costo. L’altro giocatore si vedrà costretto a sterzare per primo per evitare lo scontro.
Il gioco del pollo è particolarmente significativo perché ben si presta a descrivere quel tipo di situazioni reali in cui s’inserisce un aspetto nuovo e decisivo nelle intricate relazioni internazionali: la deterrenza, ossia la credibilità di una minaccia. Sempre facendo riferimento alla sfida automobilistica, il problema sta nel convincere l’altro che non si è disposti a sterzare, nonostante l’alto rischio implicito in questa scelta.
Nella teoria dei giochi questo caso è utilizzato nelle negoziazioni a due o più soggetti. Se il comportamento di un soggetto reca danni enormi a tutti, compreso a chi lo attua, quest’ultimo può minacciare gli altri di adottarlo per aumentare il proprio potere negoziale.
Il gioco del pollo appare chiaramente riconducibile alla politica della deterrenza nucleare utilizzata da vari Paesi in situazioni di mutua distruzione assicurata (MAD). Situazioni come la Crisi dei Missili di Cuba, in cui il presidente Kennedy minacciò pubblicamente l’URSS di non superare la quarantena, possono mostrare questo gioco all’opera.
Nei casi pratici di politica internazionale la vittoria non è schiacciante come si intuisce dal gioco, ma solitamente i negoziati durante eventuali crisi portano a compromessi. Nel caso della Crisi dei Missili di Cuba infatti gli Stati Uniti hanno evitato l’installazione di missili nucleari sovietici a Cuba, ma hanno anche concesso all’Unione Sovietica il ritiro dei missili nucleari a medio raggio Jupiter in Turchia e in Puglia.