Uno degli articoli che più ha scosso le fondamenta dell’economia ambientale e ha generati successivi studi è “The economics of the coming spaceship Earth” pubblicato nel 1966 a cura Kenneth Boulding. Nell’articolo, Boulding paragona la Terra ad un’astronave in cui ci sono delle scorte determinate di energia e di acqua e materiali. Le scorte di energia possono essere rimpiazzate solo da energia solare mentre quelle di acqua e materiali possono essere durevoli solo se vengono riutilizzate e riciclate.
Britannico, nella sua vita fu ecomista, poeta, filosofo e anche pacifista. A lui si deve la creazione della teoria generale dei sistemi. Dopo essere laureando con lode ad Oxford nel 1931, rimase nella stessa Facoltà assumendo il ruolo di professore.
Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.
Un incontro fortuito con Schumpeter lo portò ad Harvard per approfondire i suoi studi. In uno dei suoi scritti più importanti “Economic Development as an Evolutionary System”, descrive la somiglianza tra lo sviluppo economico e l’evoluzione biologica.
Boulding senza saperlo, aveva gettato le basi per quello che si potrebbe definire un manuale per una società eco-sostenibile e con flussi di risorse finiti. In essa, il ruolo del consumo e della produzione viene preso dalla conservazione dei beni, siano essi materiali o immateriali.
Secondo l’autore, uno dei beni più importanti da “proteggere” è la conoscenza, vista come un mezzo attraverso il quale far progredire una società senza modificare la quantità di risorse materiali. Il lavoro di Boulding è ancora oggi alla base dell’economia ambientale dove la concentrazione è posta sui limiti fisici e nella quale il progresso tecnologico attraverso la formazione di capitale umano, non è data come scontata via per uscire dai limiti di risorse.
Si parla di esternalità quando il livello del consumo di un bene o servizio da parte di un consumatore ha un effetto diretto sul benessere di un altro consumatore. Il lavoro di Boulding rivoluzionò l’approccio degli economisti nei confronti delle esternalità. Queste passarono dall’essere viste come un’insignificante deviazione all’equilibrio ottimale ad un ruolo più centrale, nel quale essere potevano essere artefici di equilibri semi-ottimali di benessere umano. Spaceship Earth, così come Silent Spring, dimostrava per la prima volta come le esternalità fossero ancora “in azione” molto tempo dopo l’attività che aveva provocato l’emissione inquinante. Questo si collega con la prima legge della termodinamica nel senso che ogni risorsa naturale utilizzata, deve riapparire prima o poi sotto forma di rifiuto che a sua volta creerà un danno all’ambiente.
Come lo sviluppo economico si può paragonare all’evoluzione biologica, anche l’economia circolare può essere ricondotta ad essa. Questa nuova visione dell’economia si rifà al concetto di “from cradle to grave” (dalla culla alla tomba). L’economia circolare prende spunto dalla capacità di certi organismi di utilizzare le sostanze nutrienti per poi riciclarle e riemetterle nell’ambiente senza che queste lo inquinino.
Questo porta l’economia circolare ad essere spesso accostata alle nozioni di “ciclo chiuso o rigenerativo”. I materiali presi in considerazione si dividono in due categorie: quelli biologici che sono in grado di reinserirsi nella biosfera senza danneggiarla e quelli tecnici che vengono riutilizzati senza essere espulsi nella biosfera.
Per certi versi si può dire che la Terra ipotizzata da Boulding sia uno dei primi esempi di economia circolare. Centrale è il problema della limitatezza delle risorse a cui si collegano le capacità del pianeta di rigenerare quelle consumate e di assorbire i rifiuti prodotti dagli esseri umani. Nonostante il mezzo secolo (e passa) trascorso dall’opera di Boulding, non sembra che ancora si sia ascoltato il suo avvertimento.