La Bolla della Compagnia dei Mari del Sud
Continuando il filone sulla finanza storica, dopo aver indagato la prima bolla finanziaria della storia in Olanda con i tulipani, qui cercheremo di addentrarci in un evento un po’ più sconosciuto, ma non per questo degno di minore attenzione. Qui, senza troppi precedenti, si vede l’utilizzo di alcuni istituti di finanza come la riunione con gli azionisti e l’importanza di avere un plafond per certi tipi di operazioni (margine di mantenimento), il reato di aggiotaggio e corruzione con favoreggiamento.
La Storia
Siamo nel 1711 in Gran Bretagna. Le casse del neo-nato Regno di Gran Bretagna, come sempre, non versano in condizioni, per così dire, buone, a causa della destituzione del governo Whig.
E così, come nelle favole, un bel giorno, al conte di Oxford (il celebre Edward Harley), venne in mente un’idea meravigliosa: perché non creare una compagnia che possa ripagare l’intero debito britannico ricevendo un interesse annuale del 6%, pari a 600.000 sterline?
In effetti l’idea di base fu anche buona. Ai giorni nostri, è come se ad esempio la Ferrero comprasse l’intero debito italiano in cambio del 6% all’anno. Non male.
Riconoscere però di trovarsi di fronte ad una bolla non è semplice e non fosse che questo articolo si intitolasse “la Bolla della Compagnia dei mari del Sud” non sarebbe poi così semplice.
L’antefatto
La Compagnia creatasi però era totalmente nuova e sconosciuta e c’è da creare la fama richiesta per fare in modo che non risultasse l’idea di un pazzo quella di dare ad una neonata società l’importante compito di accollarsi tutto il debito pubblico britannico.
E così la fama costruita per la compagnia dei mari del Sud (America), era che in quelle zone si trovassero ricchi giacimenti di oro e di argento, praticamente inesauribili.
In cambio la Gran Bretagna avrebbe conferito i propri manufatti in cotone o altro che, secondo gli “esperti”, le popolazioni del Perù, Cile, Messico e altri Stati del Sud America avrebbero volentieri scambiato con molto oro. Le voci che circolavano erano assurde, si diceva che per 100 sterline di manufatti ne avrebbero ricevuti 1000 in lingotti.
Un piccolo problema
C’erano però dei problemi da risolvere, e non da poco. Andare da quelle parti a farsi un giretto non era semplice ma sopratutto non c’era ancora l’accordo con la banca di Inghilterra. Né tantomeno quello con un personaggino di scarsa rilevanza: il Re di Spagna Filippo V.
I rumors, basati sul nulla, affermavano già che il re Borbone avrebbe conferito il permesso molto facilmente. La realtà fu ben diversa. La concessione fu a cadenza mensile per un vascello soltanto, con limiti di tonnellaggio, un quarto dei profitti alla Spagna e il resto tassato del 5 %. Un ottimo affare per il re di Spagna.
Per quanto riguarda la banca di Inghilterra in parlamento si compivano continue pressioni a riguardo e alla fine ebbero il successo sperato: La Bank od England finanziò interamente la spedizione con forza di legge.
La nascita della compagnia
Insomma, nel bene o nel male, la compagnia nacque con capitale azionario di 12 milioni di sterline, il tasso di interesse abbassato dal 6% al 5% e la promessa del ripagamento del debito nel 1727. Dopo quella data la cifra sarebbe stata rimedibile dal parlamento di Londra e l’interesse sarebbe sceso al 4%
Sale la febbre
A pochi anni dalla nascita della compagnia l’attenzione per la Compagnia dei Mari del Sud cresce. E cresce. E cresce. Le voci messe in giro sono molteplici, si parla di miniere d’oro inesauribili e di commerci talmente iniqui da essere ridicoli. E tutti vogliono fare parte del guadagno. Tutti vogliono azioni e i politici che ci sono dentro, Mr. Aisable, cancelliere dello scacchiere, ci era dentro con tutte le scarpe. Così come un bel pezzo della Camera dei Lords di Londra. Solo Mr. Walpole, informato anche del progetto Mississippi di John Law, muoveva forti critiche. Che rimasero, ovviamente, inascoltate.
La bolla
Così fu facile per la compagnia di Mr. Knife vedersi sempre approvata dalla Camera l’aumento di bilancio con sottoscrizione. E il capitale saliva. Continuamente. Addirittura il Parlamento dovette fare una legge apposita nel 1720 davvero bizzarra dovuta a sua volta da fatti altrettanto strani.
Vedendo la crescente popolarità di un’azienda che di base non offriva nulla se non la promessa di un guadagno futuro derivante dai commerci, molti furono i tentativi di impresa simile. A macchia d’olio nascevano compagnie con nomi simili o con obiettivi simili. Ad esempio nacque la “Royal Fishery of England”, finta compagnia di pescatori-commercianti, oppure progetti per una macchina-ruota perpetua. La più assurda di tutti fu una truffa fantastica: “una compagnia che si propone di portare avanti un’impresa altamente conveniente, ma che nessuno sa cosa sia”. Questo la ragione della nascita. Sarebbe incredibile a crederci ma diverse testimonianze ne confermano l’esistenza. Messa in giro la voce di questa compagnia, il giorno dopo il titolare aprì un piccolo ufficio nella via della borsa, a Cornhill, riuscì a sottoscrivere 20 azioni a 100 sterline l’una, quindi ricevette 2000 sterline e scappò in Europa Continentale. Nessuno sentì più parlare di lui.
La legge fu dunque quella di vietare la creazione, con una lista di 86 esempi, di compagnie nate con nomi simili alla compagnia dei Mari del Sud o ad esempio (cito):
- per la creazione di olio di colza;
- la trasformazione del mercurio in un materiale fino malleabile;
- per il miglioramento della razza equina in Inghilterra;
E così via.
L’esplosione della bolla
Infine, come tutte le bolle, i titolari iniziarono a vendere per vedere dei profitti. Vendendo però il prezzo scende. E stavolta neanche i riacquisti fatti da parlamentari o membri della compagnia riuscirono a fermare il mercato. La compagnia crollò miseramente lasciando sul lastrico molte persone.
A Mr. Walpole, l’unico che, imperterrito, continuava ad avvisare dei difetti di questa compagnia, il compito di creare una legge apposta per punire i furfanti e cercare di rimediare al danno per ridare fiducia al credito. Mr. Knife scappò e fu messa una taglia sulla sua testa. Mr. Aisable fu condannato a soli due anni, la cosa creò molto scalpore. Gli altri si dimisero tutti dalla loro carica ma pochi ricevettero condanne in carcere. Harley morì nel 1724 quando era già lontano dalla vita politica. Agli azionisti fu ridato indietro qualcosa, con perdite medie di circa il 90%.