Spesso, per ignoranza e/o per propaganda, si tende a parlare di povertà in maniera superficiale e poco fattuale. Non esiste un solo tipo di povertà e in questo articolo ne esamineremo due forme: quella relativa e quella assoluta.
Come primo passo è importante identificare i soggetti catalogabili come poveri. Per determinare quali soggetti sono poveri si ricorre all’utilizzo di una linea di povertà (in seguito abbreviata in LdP), che svolge la funzione di soglia. Un passo preliminare per la creazione della LdP, è trovare una definizione di povertà. Essa è sinteticamente definita come lo stato di disagio tale per cui un individuo non riesce a soddisfare il livello minimo di bisogni ritenuto accettabile dalla società.
Questo tipo di povertà di povertà si fonda sulla possibilità di individuare un paniere di beni e servizi indispensabili perché un individuo possa vivere dignitosamente. Questo paniere può essere espresso anche in termini monetari, per pervenire a un livello assoluto di spesa, che se non raggiunto determina lo stato di povertà per l’individuo. Questo principio è noto anche con il nome di budget standard approach, ed è la base del metodo dei minimi calorici. Questo metodo è stato utilizzato da molteplici organizzazioni internazionali per lo studio delle economie sottosviluppate. Per determinare la LdP utilizzando questo metodo è necessaria definire i bisogni di base del periodo storico e sociale che si vuole analizzare.
Questa operazione lascia un certo margine di soggettività nell’analisi che, benché sia basata su studi medici e acquisisca dunque un carattere scientifico non può fare a meno di affidarsi alle scelte dei soggetti per quanto riguarda, ad esempio, la scelta dei beni da inserire nel paniere.
Non va trascurato nemmeno il fatto che poiché l’analisi si basa su un determinato contesto economico-sociale, si determinerà un livello di povertà relativo che di conseguenza avrà significati diversi da Paese a Paese.
Dato il processo con cui si individua la soglia, la povertà assoluta si riduce nel tempo, se si verifica un aumento duraturo del reddito reale pro capite e della spesa per consumi. Questo fenomeno nasce dal fatto che, una volta determinata la LdP, questa venga rivalutata di anno in anno solo in base all’incremento del costo della vita senza tenere conto della variazione del valore reale dei consumi. Questo fa si che con il progredire della tecnologia, tutti i poveri finiscano per scavalcare la soglia.
La condizione di povertà non dipende esclusivamente dai possedimenti materiali del singolo ma, è imprescindibilmente correlata al livello generale di benessere della società in cui quel singolo vive. Nonostante questi problemi, i tentativi di identificare l’estensione della povertà assoluta risultano essere ancora numerosi. I motivi principali di questo fenomeno sono due:
La povertà deve essere definita anche sulla base del mutamento nel tempo degli usi e dei costumi di una società. Per cui va considerato povero chi dispone di mezzi non sufficienti a raggiungere la media degli altri membri della collettività. Man mano che cresce il livello del tenore di vita medio, anche il livello di spesa collegato alla LdP dovrebbe aumentare. Questo permette di definire anche i beni ritenuti indispensabile come relativi. Quando si utilizza il concetto di povertà relativa, la soglia tiene conto di un valore del reddito/spesa medio o mediano e questo equivale a dire che è povero chi possiede meno degli altri.