Home » Economia » Perché il record dei BTP non è un buon segnale

La sede della Banca d'Italia, Palazzo Koch, oggi 21 ottobre a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La notizia principale di questi giorni nel mercato finanziario è senza dubbio l’asta record che l’Italia ha conseguito nel collocamento di titoli di stato, in particolare l’asta dei BTP trentennali. Ricordiamo che è proprio con l’asta che si arriva ai tassi di rendimento finali.

I Buoni del Tesoro Patrimoniali infatti hanno registrato domande di 5 volte superiori all’offerta. Difatti, il Tesoro di Stato italiano attraverso un pool di banche ha collocato un’offerta di questi strumenti per 8 miliardi di euro. Le domande arrivate sono state superiori ai 41 miliardi.

Cambio di rotta?

Certo le polemiche si sono sprecate. Certamente i nostri lettori ricorderanno di quando, a pochi mesi dalla formazione del Governo attuale, ci fu un caos riguardo proprio gli strumenti di finanziamento del debito pubblico. Le aste andarono malissimo e l’ordine generale era quello di vendere, facendo abbassare di gran lunga il valore patrimoniale di BOT, BTP e affini.

Questa perdita di valore ha causato una perdita sostanziale nei bilanci degli istituti finanziari, a noi tanto cari. Ciò ha portato, per un certo periodo, un crollo nei bilanci di diversi istituti che, per coprirsi da troppe svalutazioni, hanno dovuto vendere.

La salita dello spread

Vendendo troppi BTP l’offerta è salita di colpo, portando ad una svalutazione reale degli stessi. Questo anche verso le famiglie che si sono trovati il patrimonio svalutato da una settimana all’altra. Ma ora la situazione si è senza dubbio acquietata portando i valori a livelli stabili. Ciò che è cambiato anche in quel periodo è stato anche lo Spread BTP/Bund decennali che ha registrato un picco di oltre 300 punti base.

Le obbligazioni statali in circolazione. Fonte: Mef

Qualcuno ricorderà

Qui vi portiamo alla mente il famoso episodio del Viceministro dell’Economia, Laura Castelli nel confronto a “Porta a Porta” con l’ex super ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan.

I tassi dei mutui hanno infatti subito una leggere flessione in salita poiché le banche so sono dovute adeguare alla perdita nei bilanci.

E oggi invece?

In questi giorni, qualcuno dirà finalmente, l’asta dei tanti agognati strumenti hanno registrato un super record! Perché dunque questo dovrebbe preoccuparci?

I motivi della preoccupazione per i BTP

Come sempre siamo abituati a fare, guardiamo i dati. L’ultima asta ha registrato un’offerta completa di € 8.000.000.000 in una sola giornata ad un tasso lordo del 3,91%. Ipotizziamo per un attimo che sia esattamente ciò che pagherà l’Italia nel corso del tempo in termini di interessi per il debito appena emesso. Questo vuol dire, con un po’ di matematica, la seguente cosa:

€ 8.000.000.000 x 0,0391 = € 312.800.000

Questa cifra è ciò che paga annualmente la nostra Italia per i titoli emessi. Una bella cifra vero? Forse iniziate a capire…

Dove voglio andare a parare.

Ebbene, € 312.800.000 x 30 anni fanno € 9.384.000.000. Sì, nove miliardi e quasi quattrocento milioni di euro. In sostanza, più del valore del BTP! In Trent’anni ci perdiamo 1,4 miliardi.

Qualche esercizio per voi!

Certo, ci sarebbe da valutare tutta la questione dei costi opportunità, calcolare il valore attuale di 9,4 miliardi (abbiamo già parlato del VAN di un investimento) e vedere se effettivamente conviene.

Addirittura uno potrebbero fare un azzardo. Mai sentito parlare di Yield to Maturity? Sarebbe interessante verificare il valore di questa obbligazione e confrontarla con quelle di mercato. Conviene comprarla? Quanto conviene comprarla? Fateci sapere le vostre considerazioni, saremo felici di confrontarci.

Finita così?

No. In realtà quella che vi ho raccontato è solo una parte della storia. Ciò che abbiamo fatto insieme difatti è stato un calcolo che tutti possono fare con una banale calcolatrice e verificare il BTP. Ciò che si tende a dimenticare (me compreso, sono andato a rivedermeli apposta), è il confronto del BTP record con quelli da poco passati. Ebbene, con un rendimento al 3,91% di adesso, contro il 3,68% di gennaio 2019, il 3,55% di settembre 2018 e il 2,88% di Aprile 2018, in 10 mesi il rendimento del BTP è salito di oltre l’1%.

perché vi sto raccontando questa storia?

ora dobbiamo calcolarci la differenza in circa un anno, sapendo che 10 mesi fa sono stati collocati sempre 8 miliardi di BTP. Questo per vedere quando è stato bruciato in un anno.

il calcolo è presto fatto:

€ 8.000.000.000 x (0,0288) = € 230.400.000 x 30 anni = € 6.912.000.000

€ 9.384.000.000 – € 6.912.000.000 = € 2.472.000.000

ed ecco che abbiamo dimostrato come in poco meno di un anno sono andati al vento quasi 2,5 miliardi di euro, che il nostro povero Stato si vedrà addebitato nel corso di questi 30 anni. Non un gran danno ma certo, meglio per il nostro Paese che non sia così.

Almeno faremo felice (per il momento…) qualche investitore.