E’ drastico il ridimensionamento di Deutsche Bank che, dopo il fallimento del progetto di fusione con Commerzbank, ha iniziato con i licenziamenti.
Si tratta di tagli molto importanti con 18.000 dipendenti che nei prossimi giorni si troveranno senza lavoro nelle sedi di Londra, Tokyo e New York. Inoltre ci sarà la creazione di una bad bank dove concentrare titoli ad alto rischio per 74 miliardi.
La serie di tentativi falliti di rinascita messi in atto negli anni da Deutsche Bank sta alimentando la preoccupazione all’interno del governo tedesco. Il CEO, Christian Sewing, difende la scelta di proseguire da soli e rivendica la bontà del nuovo piano industriale.
Le azioni scendono a un nuovo minimo storico prima della riunione, lasciandole in calo di oltre il 90% dal picco prima della crisi finanziaria. La banca ha raccolto quasi 30 miliardi di euro dagli investitori nell’ultimo decennio, ma il suo intero valore di mercato è sceso a meno della metà di tale importo.
Dopo aver registrato tre perdite annuali consecutive e aver ammesso di perdere l’obiettivo di abbassare i costi, il predecessore di Sewing, John Cryan, è spodestato in una lotta di leadership durata settimane, che trasmette un senso di caos all’interno dei vertici della banca.
Sewing annuncia presto un nuovo piano di turn around, impegnandosi a tagliare almeno 7.000 posti di lavoro e ridimensionare le aree di investment banking come il trading sul cambio negli Stati Uniti, il business delle finanze negli Stati Uniti e in Asia e parti del business azionario.
Eppure, dopo anni di aggiustamenti frammentari, la banca è rimasta bloccata in quello che il capo delle finanze James von Moltke definisce un “circolo vizioso” di entrate in calo, spese appiccicose, rating del credito più basso e costi di finanziamento in aumento.
Dopo l’accelerata sul tagli dei costi, la banca riesce a registrare il primo profitto annuale in quattro anni. La crescita, tuttavia, rimane sfuggente: le riprese televisive dei raid della polizia presso la sua sede di Francoforte danneggiano gli sforzi per riconquistare i clienti, poiché la storia della banca sulla sua cattiva condotta e sui controlli lassisti torna a perseguitarla ancora una volta.
La Deutsche Bank riscuote dagli investitori 8 miliardi di euro per un aumento di capitale.
È la quarta volta dal 2010.
Cryan ribalta il suo precedente piano di risanamento che aveva richiesto una vendita della banca di consumo Deutsche Postbank AG. Ci ripensa e decide invece di vendere un pezzo dell’attività di gestione patrimoniale. La banca identifica più attività da liquidare, ma alla fine si concluderà con un nulla di fatto.
Cryan implementa un taglio senza precedenti al pool di bonus che aiuta a far scendere i costi creando una profonda insoddisfazione all’interno della banca. L’amministratore delegato dice che la banca è pronta a tornare alla crescita controllata, anche se questo rimane un pio desiderio. Gli investitori segnalano che potrebbero smettere di supportarlo a meno che le prestazioni non migliorino al momento della prossima riunione degli azionisti. Cryan assume Peter Selman ex socio, in pensione, di Goldman Sachs per gestire il business azionario.