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Trump vuole acquistare la Groenlandia, perché?

L’ultima pazza idea di Donald Trump, acquistare la Groenlandia.
Follia senza senso di un estroverso Presidente che continua a tenersi fuori dagli schemi o c’è dell’altro?
Andando a controllare forse non è una pazzia.

Cosa c’è dietro il desiderio di Donald Trump di acquistare la Groenlandia?

Il territorio autonomo fa parte della Danimarca ma fa parte fisicamente del continente nordamericano e si trova tra il Nord Atlantico e gli oceani artici.
Sebbene molti abbiano accolto la proposta come uno scherzo, la Groenlandia è considerata strategicamente importante per gli Stati Uniti infatti nel suo territorio è presente la base aerea militare di Thule. La base situata in Groenlandia è la più settentrionale degli USA e fa parte del suo sistema di allarme rapido nucleare.
Il percorso artico su cui si trova è la distanza più breve possibile tra Europa e Nord America.

Ma non solo questo…

Gli Stati Uniti sono interessati alle risorse naturali dell’isola nonché al controllo geopolitico delle rotte artiche. Con lo scioglimento dei ghiacciai, ora sono accessibili zone che prima non potevano essere sfruttate per ragioni economiche. Secondo alcuni studi, le aree intorno all’oceano Artico contengono le più grandi riserve di petrolio e gas naturale al mondo non ancora sfruttate.

L’estrazione di materie radioattive

Fino a qualche anno fa l’estrazione di materie radioattive era proibita per motivi di salvaguardia dell’ambiente ma nel 2010 l’assemblea rappresentativa groenlandese (sempre alla ricerca di maggiore autonomia rispetto alla Danimarca) ha ottenuto il diritto di decidere sulle risorse del suo sottosuolo, abolendo poi nel 2013 il divieto di estrarre sostanze radioattive.

Una zona strategica

Il controllo di quello che una volta veniva definito il “Passaggio a Nord-ovest” è già al centro degli interessi della grandi potenze mondiali, tenendo conto che la Russia ne controlla già una buona parte, per evidenti questioni geografiche, e la Cina le sta utilizzando sempre di più.

Per quanto possa sembrare assurda l’idea ci furono altri casi

Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di acquisto di terreni per espandere il proprio territorio e garantire i propri interessi all’estero. Nel 1867 il presidente Andrew Johnson acquistò l’Alaska dall’impero russo. L’Alaska è diventato uno stato nel 1959.
Il presidente Harry Truman si offrì di acquistare la Groenlandia nel 1946 per 100 milioni di dollari all’inizio della guerra fredda.

La sfida perenne con la Cina

Gli Stati Uniti considerano l’ascesa della Cina come una crescente minaccia alla sua influenza internazionale. Negli ultimi decenni Pechino ha investito in infrastrutture, affari e risorse naturali in Africa, nel resto dell’Asia e in America centrale e meridionale. Ora sembra volgere lo sguardo sull’Artico.
L’anno scorso ha definito il suo piano per una “via della seta polare” per completare la sua iniziativa Belt and Road per costruire collegamenti economici e commerciali in Asia centrale, Medio Oriente ed Europa orientale.
A giugno, una società statale cinese ha ritirato la sua offerta per costruire due aeroporti internazionali dopo che la Groenlandia ha scelto un appaltatore danese per completare il progetto che avrebbe reso la regione più accessibile al resto del mondo.
Ma continua con i suoi piani per lo sviluppo di nuove linee marittime che si apriranno quando il ghiaccio artico si ritirerà a causa dei cambiamenti climatici.