Home » Management » Quanto vale la Serie A?

La Serie A 2019/20 sta per iniziare e l’attesa per tutti gli appassionati sta per finire.
Dopo un’estate di calciomercato (che non è ancora finito) che ha visto la spesa dei club italiani impennarsi si può già trarre qualche importante considerazione sul nostro calcio.

La spesa per il calciomercato

Quest’anno i club di Serie A hanno fatto le cose in grande e sul fronte delle uscite (di denaro) hanno deciso di esagerare. La somma degli acquisti ammonta ad oltre un miliardo di euro con colpi impressionanti (Lukaku, Lozano e Ribery), avvantaggiati dall’imposta sostitutiva da 100K, e clamorosi ritorni (Balotelli) ,agevolati dal Decreto Crescita, la Serie A smette di guardare gli altri campionati dal basso verso l’alto.
La novità assoluta però sta nella spesa diffusa e portata avanti anche da piccoli club come il Cagliari o il Brescia anche se la distanza con la Premier resta enorme.
Basti pensare che il neopromosso Aston Villa ha speso 140 milioni per il suo calciomercato.

Il valore delle rose di Serie A

Messo insieme, il valore delle rose della Serie A arriva all’incredibile cifra di 5,20 miliardi con una crescita del 16,5% rispetto al dato finale della passata stagione che si attestava a 4,46 miliardi. Il tutto secondo Transfermarkt.it.
Questo valore la piazza al terzo posto tra i big 5 europei. Prima della Serie A vengono la Premier League con 9,27 miliardi e la Liga spagnola con 5,99 miliardi.

La Juventus stacca tutti in Italia

La juventus stacca tutti con un valore della rosa superiore agli 800 milioni, con Cristiano Ronaldo valutato 90 milioni).
A livello europeo gli 800 milioni della Juventus non sono un primato.
La Juventus viene dopo l’Atletico Madrid(829,40), il Chelsea(829,75), Bayern Monaco (867,40), il Totthenam (979,50), il PSG (984), il Liverpool (1,07 miliardi), il Real Madrid (1,17 miliardi), il Barcellona (1,18 miliardi) e il Manchester City (1,27 miliardi).

I ricavi della Serie A

I ricavi della Serie A superano i 3 miliardi di euro ma la maggior parte deriva dai diritti TV e dalle plusvalenze (713 milioni l’anno scorso). La grossa pecca del calcio italiano è quella di non riuscire ad assorbire valore dal pubblico anche se gli abbonamenti continuano ad aumentare (ormai sopra ai 200K) e le vendite delle magliette vanno forte.

L’esempio del Totthenam

L’anno scorso il Totthenam ha inaugurato il nuovo stadio, il nuovo White Hart Lane.
Il balzo in avanti dei ricavi, evidenziato dal SUN, è stato evidente.
Secondo il quotidiano inglese, il club londinese incassa circa 800mila sterline a partita (pari a 900mila euro circa) dai servizi aggiuntivi allo stadio, ovverosia ristoranti, lounge, bar e street food all’interno dell’impianto.
Una cifra che, stimata su 19 gare casalinghe in Premier League e minimo tre di Champions League, permetterebbero al Tottenham di incassare poco meno di 20 milioni di euro a stagione da questa tipologia di servizi (circa 17,6 milioni di sterline, pari a circa 19,8 milioni di euro). Per fare un paragone, il ricchissimo Manchester City ha reso noto di incassare circa 150mila sterline a partita dagli stessi servizi.