La caduta dello spread, sceso sotto i 150 punti base dopo aver superato i 220 a metà agosto, ha avuto un effetto immediato sui titoli delle banche Italiane quotate: in due settimane hanno guadagnato il 12% contro il 6% del settore Europeo.
Le banche Italiane detengono circa 400 miliardi euro (circa il 40%)di debito Pubblico, rappresentati da titoli obbligazionari presenti nel proprio bilancio. Da qui, è possibile comprendere la stretta correlazione tra la credibilità del Paese (rappresentata dalla tendenza dello Spread) e lo stato di salute delle banche Italiane.
Infatti, uno dei punti deboli delle Banche Italiane è la forte connessione con i BTP. Se le cose si mettono male, gli investitori vendono i BTP facendo così crollare il valore di titoli azionari bancari e accrescere il proprio rendimento, in quanto il titolo diviene più rischioso. In buona sostanza nel bilancio di ciascuna banca sarà contabilizzata una minusvalenza sui titoli di Stato detenuti e quindi, conseguenzialmente, un’erosione dell’ Equity bancario. Se, invece, tra gli investitori” torna l’appetito” verso i titoli Italiani, i titoli divengono meno rischiosi, pertanto, sale il loro valore e diminuisce il rendimento.
In queste ore stiamo assistendo ad un andamento positivo dei titoli di credito, che in termini monetari hanno generato una capitalizzazione delle banche da 77,4 miliardi a 86,2 registrando così un aumento di 9 miliardi in poche sedute di contrattazioni.
Una riduzione dell’onerosità degli interessi sul debito da remunerare agli investitori, liberando così tali risorse ad altri capitoli di Spesa come investimenti, sociale o migliorare la qualità dei servizi pubblici essenziali;
Una riduzione del costo dei finanziamenti bancari rivolti a famiglie e imprese in quanto diminuirebbe il c.d. “costo della raccolta”. Quindi, un esempio, diminuirebbe il costo per i nuovi mutui, sia a tasso fisso che a tasso variabile e diminuisce il costo di finanziamento delle imprese.