Il “caso” Atlantia: è revisione, non revoca.
Nuovo governo, nuove regole…oppure le regole son sempre le stesse ma dette con parole diverse. Quello che sembra essere il “primo” grande diverbio nel neonato governo giallorosso riguarda il caso Atlantia.
Atlantia s.p.a. prima e dopo il crollo
Nata nel 1950 come Autostrade S.p.A., attualmente è una delle più importanti aziende in tema di infrastrutture autostradali e non solo. Battezzata nel 2007 come Atlantia S.p.A, ha registrato grandi “risultati” come si evince dai dati dell’ultimo esercizio:11 miliardi di ricavi con un utile netto di circa 820 milioni di euro. Purtroppo, però, il gruppo Atlantia è ultimamente noto per il crollo del ponte Morandi a Genova. A seguito del tragico evento, molto è stato detto riguardo la concessione autostradale al gruppo. Infatti, subito fu promossa la revoca della concessione autostradale al gruppo.E come ci si aspettava, i dati, dopo il disastro parlarono chiaro: un rapido “-22.26%” in borsa a 18,20 euro con oltre 4 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati.
Cambia una parola e il Atlantia vola in borsa
Quella dell’immagine precedente, è la situazione di Atlantia appena dopo il crollo del ponte Morandi. La notizia della revoca non poteva, di certo, portare risultati diversi da quelli che si verificarono. Eppure oggi il titolo vola in borsa. Perchè? Grazie alle parole della neoministra delle infrastrutture Paola de Micheli che ha affermato: “nel programma di governo c’è scritta una parola precisa e molto diversa: revisione. Dobbiamo rafforzare gli investimenti, la sicurezza e ridurre i costi per gli utenti.” Dopo questa affermazione, Atlantia vola in borsa e sfiora la quotazione pre-crollo, portandosi a circa 25euro per azione con un + 2.47%.