Oggi, 16 settembre, si riuniranno i vertici di Edizione Srl, la holding finanziaria controllata dalla famiglia Benetton. Essi decideranno le sorti di Atlantia, in forte sell-off anche all’apertura della borsa di quest’oggi.
Il consiglio di amministrazione oggi si riunirà per decidere le nuove strategie da adottare, specialmente per quanto riguarda l’amministrazione di Atlantia, società che fa capo ad Autostrade per l’Italia.
L’obiettivo del consiglio è quello di trovare un modo per proteggere la reputazione degli azionisti e, specialmente, ricordare agli investitori l’assenza di fatti e comportamenti illeciti dei funzionari della società di autostrade.
Il presidente di Edizione, il signor Gianni Mion, ha riferito che verranno prese tutte le iniziative
Doverose e necessarie, anche a salvaguardia della credibilità, reputazione e buon nome dei suoi azionisti e delle aziende controllate e partecipate.
In più, esso smentisce anche le ipotesi di una possibile vendita di Autostrade, affermando che questa soluzione “non è sul tavolo”. Tuttavia, alcuni istituti finanziari di Piazza Affari hanno già provveduto a effettuare una valutazione della società per azioni.
Tolta dalle opzioni la vendita, una prima soluzione per i capi della holding veneta è la messa in dubbio di Giovanni Castellucci. L’amministratore delegato di Atlantia, infatti, è indagato per la tragedia del crollo de ponte Morandi. Non è da escludere che, venendo a mancare la fiducia dell’azionista per eccellenza, Castellucci venga indotto a dare le dimissioni. Il fatto non è improbabile, dato che l’AD aveva già manifestato la sua intenzione a dimettersi dopo la caduta del ponte.
L’uscita dalla scena dell’amministratore delegato è tuttavia delicato, a causa del suo ruolo chiave nell’integrazione con Abertis, gestore autostradale spagnolo, e per il negoziato con Alitalia, visto da più parti come fondamentale per il rilancio della compagnia aerea. Ulteriormente, il CEO di Atlantia gode della fiducia degli altri investitori (presenti nel cda), quali il Fondo sovrano di Singapore, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, di Banca Hsbc e di Lazard.