I fondi anticarbone sono vuoti
La prima grana per il Governo Giallo-Rosso si chiama Dl Salva Imprese.
Secondo i tecnici del Senato (Servizio Bilancio del Senato) stime di maggiori entrate previste dalle aste della CO2 destinate al Fondo per ridurre i prezzi dell’energia per le imprese e per evitare crisi occupazionali nelle aree dove è prevista la chiusura delle centrali a carbone “sono alquanto incerte”.
A quali fondi ci si riferisce?
Il commento dei tecnici del senato è relativo alla norma, innserito nel dl Riders-crisi aziendali (o Salva imprese), che dispone che la quota annua dei proventi derivanti dalle aste C02 che ecceda il miliardo venga ripartire a 2 fondi specifici.
Uno chiamato Fondo per finanziare interventi di decarbonizzazione e di efficientamento energetico del settore industriale e l’altro chiamato Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone.
A quanto ammonterebbero questi fondi?
Il primo fondo avrebbe dovuto avere una dotazione di 100 milioni di euro per il 2020 e di 150 milioni per il 2021 mentre l’altro avrebbe dovuto avere 20 milioni di euro per ciascun esercizio nel periodo 2020-2024.
Il parere dei tecnici
I tecnici di Palazzo Madama sottolineano come in base al Rapporto sulle aste di quote europee di emissione annuale 2018 del Gse “la stima mediana di previsione per il 2019 si attesta su 1,226 miliardi di euro a fronte degli 1,440 miliardi incassati nel 2018”.
Inoltre, sottolineano nel dossier, in base alla legge di contabilità le risorse in questione “non sono utilizzabili fuori dalla sessione di bilancio, in quanto indipendenti da modifiche legislative”.
Le maggiori risorse non possono essere utilizzate in quel modo
Il problema, rilevano i tecnici del Senato, è l’impossibilità di utilizzare i proventi derivanti dalle aste sul CO2, organizzate nell’ambito del mercato europeo ETS (Emissions Trading Scheme) che assegna le quote di emissione ai comparti industriali degli Stati membri.
La legge stabilisce che le maggiori entrate rispetto a quelle iscritte nel bilancio di previsione derivanti da variazioni degli andamenti a legislazione vigente non possono essere utilizzate per la copertura finanziaria di nuove o maggiori spese o riduzioni di entrate e sono finalizzate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica.