Alitalia: i Benetton si oppongono al piano Fs-Delta
Si complica la trattativa tra i potenziali soci della Newco Nuova Alitalia in merito ai contenuti del piano industriale di rilancio della compagnia. Infatti, Atlantia ha mosso delle critiche sul piano messo a punto da Ferrovie dello Stato-Delta mediante una lettera presentata al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. Intanto, il capo del MISE ha prorogato al 15 Ottobre il termine dell’offerta vincolante dei tre soci per acquisire le attività di Alitalia ai commissari.
L’ingresso di Atlantia
La distanza di posizioni nelle trattative tra i tre soci, attualmente, è notevole, nonostante sia passato solamente qualche mese (esattamente metà Luglio) da quando la holding controllata dalla famiglia Benetton (Atlantia) risultò l’offerente più affidabile dal punto di vista industriale e con la miglior solidità finanziaria rispetto alle altre proposte. La scelta fu fatta dal CDA di Ferrovie dello Stato, dando vita ad una compagine societaria a 4: Fs con il 35%, Delta con il 10-15%, Mef con il 15%, la società dei Benetton con il 35 per cento circa del capitale sociale.
Le critiche al piano industriale
La società dei Benetton considera il piano industriale non “di sviluppo ma di sopravvivenza”. Una delle ragioni che hanno complicato il negoziato sono legate alla posizione del Delta, la quale non ha dato disponibilità a incrementare le rotte transatlantiche previste per Alitalia. La compagnia aerea Italiana potrebbe subire, conseguenzialmente, un declassamento, rientrando nella joint venture solo come partner di secondo livello (“associated Partner”). La seconda ragione è legata alla mancanza di volontà di Delta a non incrementare il proprio impegno azionario sopra il 10 -12% (parliamo di un investimento di circa 100 milioni).
Le concessioni Autostradali
Nella lettera inviata da Atlantia al ministro Patuanelli non si parla solo di Alitalia. Infatti, la società dei Benetton chiede chiarezza sulle concessioni per la sua controllata Autostrade per l’Italia, da cui ottiene profitti elevati. Il precedente governo giallo-verde ha avviato la procedura di revoca in seguito al crollo del Ponte Morandi di Genova. Oggi, con la nascita del governo PD-M5s si parla di revisione delle concessioni autostradali, cioè, di fatto, proponendo una linea più morbida rispetto a quella passata. Il messaggio di Atlantia è chiaro: “chiarezza del Governo su Autostrade, altrimenti niente Alitalia”.
Le divergenze sono tante e l’offerta vincolante da presentare non è stata ancora negoziata. E allora il 15 ottobre i commissari (per i quali, secondo fonti autorevoli, è stato già fissato un compenso di 10 milioni di euro, da ripartire) avvierebbero la procedura di liquidazione della compagnia.