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La correlazione:  quanto sono dipendenti i mercati tra loro?

La guerra dei dazi tra Cina ed U.S.A. impervia ormai da mesi, con alti e bassi che hanno messo a dura prova le economie mondiali, in generale spingendole verso il basso. In che modo e in che misura, però, l’economia di uno stato dipende da quella di un altro? E questa misura potrebbe aiutare a definire le proprie leve d’investimento quando gli effetti a catena sono così predominanti?  La risposta a queste domande è rappresentata da un valore statistico chiamato correlazione. Scopriamone meglio le caratteristiche.

Un po’ di matematica: come si determina la correlazione

La correlazione è calcolata attraverso la seguente equazione:

Dove cov(A,B) rappresenta la covarianza, ossia un valore numerico che racchiude la dipendenza della variabile A dalla variabile B (A e B possono rappresentare due azioni o tra gli indici monetari di due paesi). Il termine σA*σB rappresenta lo scarto quadratico medio, ossia una stima di quanto può variare un dato rispetto ad una media calcolata in precedenza. Stima, in pratica, la precisione con la quale vengono calcolati valori statistici. La correlazione può assumere valori compresi tra -1 e 1. Nel primo caso, il numero -1 indica una completa assenza di sintonia tra i mercati considerati, che tendono a muoversi in contrapposizione. Se il valore è pari a 0, i due mercati sono del tutto indipendenti l’uno dall’altro, anche se possono seguire andamenti simili. Infine, se il valore è pari a 1, i due mercati sono perfettamente sintonizzati, quindi legati da un destino comune. Valori intermedi indicano una tendenza verso la maggiore o minore sintonia.

Indicazioni per l’uso

 

La correlazione è principalmente utilizzata per valutare le incertezze che nascono durante l’analisi di un mercato, in particolare in se tale analisi precede un investimento. Conoscere come gli andamenti nel tempo degli indici del mercato valutato possono variare, costituisce un ottimo dato per comprendere la convenienza o meno dell’investimento. Bisogna tener conto, però, che la correlazione non rappresenta una verità assoluta. Spesso capita, infatti, che mercati correlati con un indice positivo tendano a muoversi in controtendenza e viceversa. Inoltre la correlazione è legata al periodo di riferimento e, in particolar modo, agli eventi che possono modificare il rapporto tra due stati o tra due mercati. Immaginate, per esempio, a come potrebbe variare la correlazione tra la Borsa di Londra e quella di Milano (o di qualsiasi altro paese dell’Eurozona) in base all’esito della Brexit.

Il caso dello Yen giapponese, una costante controtendenza

Nei periodi di forte incertezza, dove il pericolo di momenti di depressione o addirittura di recesso aleggia sui mercati, in particolare su quello statunitense, una prassi molto comune per chi investe e cerca di proteggersi da questi periodi di insicurezza è di rifugiarsi nell’acquisto di Yen giapponesi. Perché? La tabella seguente, che raggruppa le principali borse mondiali e la loro correlazione, risponde a questa domanda.

Seguendo la linea indicata dall’indice JPY è possibile osservare come la stragrande maggioranza dei numeri siano negativi o molto prossimi allo zero. Questa è una delle principali caratteristiche del mercato nipponico: la costante controtendenza con i principali mercati del mondo. Tale controtendenza è spiegata dal fatto che quando le borse mondiali tendono a salire, gli investitori giapponesi vendono yen, riducendone quindi il prezzo, per effettuare investimenti all’estero. Al contrario, quando le borse perdono valore, gli investitori acquistano yen come protezione per i propri portafogli, aumentandone quindi il valore. Lo yen, quindi, fa da ammortizzatore contro l’incertezza delle borse mondiali, un buon metodo per poter dormire sogni più tranquilli.

Piccola curiosità sulla correlazione: se cliccate sul seguente link (https://www.tylervigen.com/spurious-correlations) potrete provare a correlare qualsiasi evento vi venga in mente, in maniera semi-seria. Volete un esempio? Guardate con attenzione l’immagine qui sotto. La matematica ha uno strano senso dell’umorismo.