In tutti questi anni, tutti noi, almeno un volta, abbiamo ascoltato discorsi come “le banche ci costano troppo” oppure “lo Stato regala i soldi ai banchieri”. Una serie di luoghi comuni che hanno di fatto, distorto la realtà dei fatti, accentuando così un odio, già presente da tempo, nei confronti delle banche. In questo articolo proviamo a fare chiarezza, smascherando alcune delle più famose “bufale bancarie” rispondendo a due quesiti: quanti soldi sono stati spesi realmente per le banche? I soldi finiscono nelle tasche dei banchieri? Per la redazione dell’articolo ringraziamo l’ausilio del nuovo libro Pachidermi&Pappagalli scritto da Carlo Cottarelli (direttore dell’OCPI dell’Università Cattolica di Milano).
Secondo Marco Travaglio, giornalista del Fatto Quotidiano, nella scorsa legislatura il governo avrebbe speso circa 60 miliardi per il salvataggio delle banche. La verità è che nella passata legislatura il governo ha speso un terzo di quanto sostenuto da Travaglio: circa 20 miliardi di euro, intorno all’1% del PIL, molto meno di quanto sostenuto da altri Paesi. Ad esempio, negli anni di crisi, la Germania ha speso per le banche circa l’11% del PIL, addirittura in Irlanda si è arrivati a spendere circa il 30%.
Perchè allora l’articolo apparso sul Fatto Quotidiano fa riferimento a 60 miliardi di euro, diffondendo così una vera e propria bufala? Nella stima fatta da Travaglio sono inseriti stanziamenti fatti dal settore privato e quindi, non a carico dei contribuenti. Infatti, molti interventi furono fatti a spese di due fondi costituiti con i soldi delle stesse Banche con la finalità di sostenere istituto di credito in difficoltà: il Fondo Interbancario di tutela dei depositi (FITD) e il Fondo Nazionale di Risoluzione. Quindi, parliamo di fondi alimentati con i profitti del sistema bancario, non coinvolgendo, di fatto, soldi pubblici.
In definitiva, il costo finale per le finanze pubbliche, nella scorsa legislatura, ammonta al massimo a 22,3 miliardi (5,4 per Monte dei Paschi, 16,8 per le due banche Venete e 100 e 0,1 per i risparmiatori truffati rimborsati direttamente dallo Stato). Addirittura, occorre specificare che il costo del salvataggio potrebbe ulteriormente scendere in quanto le garanzie statali fornite per le due banche venete potrebbero non comportare un pieno esborso: da 22,3 miliardi si potrebbe arrivare a 12-13 miliardi.
Secondo Alessandro Di Battista (Ex parlamentare del M5s), nella scorsa legislatura, sono stati approvati una decina di decreti “a favore delle banche e dei banchieri”.
Ma chi sono i banchieri? Qual’è la destinazione ultima dei soldi stanziati per le banche? I banchieri sono tutti coloro che detengono azioni, quote di capitale di rischio della banca. Quindi per definizione possono ritenersi banchieri anche i piccoli risparmiatori e non solo i grandi come vogliono fare intendere alcuni.Inoltre, quando si interviene per salvare un’istituto di credito non lo si fa per regalare soldi ma bensì per minimizzare le perdite che si verificherebbero ai danni dei depositanti, obbligazionisti e azionisti e salvare posti di lavoro. Inoltre, nelle normative bancarie inerenti alla “procedura si risoluzione” vige il c.d. meccanismo del burden sharing (condivisione del rischio) e del bail-in (salvataggio dal di dentro). L’obiettivo è quello di non far ricadere sul contribuente le perdite dalla banca accumulate nel tempo e responsabilizzare maggiormente gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati, ovvero coloro che investono al fine di ottenere un maggiore rendimento. Infatti, loro sono i primi a rispondere delle perdite derivanti dalla cattiva gestione. Quindi nella realtà, la maggior parte delle volte il legislatore è intervenuto per coprire parzialmente le perdite andando così a salvaguardare i risparmiatori depositanti sopra i 100 mila euro (i depositanti con meno di 100 mila euro sono coperti dai rischi) oltre a azionisti e obbligazionisti ritenuti truffati.
Quindi in definitiva, i soldi stanziati per le banche sono circa 20 miliardi (potrebbero essere ancora meno) e inoltre, non sono destinati ai “grandi banchieri” ma bensì a risparmiatori che con la nuova normativa si vedrebbero, nella peggiore delle ipotesi, ridurre i propri risparmi.