La plastic tax è al centro di uno scontro nella maggioranza. Italia Viva vuole sbarazzarsene del tutto mentre le altre forze vogliono solo rivederla al ribasso. La discussione sulla manovra economica 2020 è ancora in corso e i vari emendamenti sono ancora tutti in gioco. Ma non siamo gli unici europei a pianificare una plastic tax. Anzi, qualcuno la sta già imparando a conoscere.
In Europa molti Paesi hanno già implementato una tassa sulla plastica. Ci sono diverse varianti della plastic tax: alcuni più generali e altri mirati a specifici tipi di plastica o a un suo preciso utilizzo. Il Belgio “punisce” l’uso delle posate di plastica con un’imposta di 3,60 Euro al kilo mentre le buste di plastica sono tassate a 3 Euro.
In Danimarca gli imballaggi hanno una tassazione diversa in caso di packaging prodotto con materiale riciclato o no. I primi hanno un’imposta di un Euro al kilo, mentre i secondi di 1,70. Oltre a questi, vengono tassati, a 2,70 Euro al kilo, anche il polistirene espanso sinterizzato e il PVC. Per quanto riguarda le singole buste, il primato di nazione con la tassa più alta va all’Irlanda. Ogni sacchetto di plastica è tassato 22 centesimi.
Secondo quanto dichiarato dall’Associazione europea dei produttori di materie plastiche, i Paesi dell’Unione insieme a Svizzera e Norvegia, nel 2018 hanno prodotto quasi 62 milioni di tonnellate di plastica.
Questo dato è positivo in quanto inferiore di circa due milioni rispetto a quello dell’anno prima. La domanda di plastica va a corrente alternata: in calo nei Paesi più grandi (anche qui da noi) ma in aumento nell’est del continente. Nel complesso, gli europei hanno utilizzato più di 51 milioni di tonnellate di plastica.
Con la direttiva europea del 5 giugno 2019, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno rimarcato con decisione la loro posizione in materia di inquinamento. L’obiettivo è di ridurre i danni ambientali causati dai prodotti di plastica, attraverso l’implementazione di policies volte a bandire l’utilizzo di prodotti monouso quando esistono delle alternative.
La plastic tax dovrebbe partire da luglio con un importo di 50 centesimi al kilo ma con l’esenzione dei prodotti monouso in Tetrapak. Questo posticipo nella sua implementazione porterà a un gettito più basso di quello previsto per circa 156 milioni di Euro.
Nel corso della redazione del bilancio comunitario, la Commissione aveva avanzato la proposta di una tassa statale di 80 centesimi al kilo per gli imballaggi non riciclati. Questa tassa genererebbe un flusso di oltre 6 miliardi di Euro ma per ora rimane solo una proposta.