In base al piano del Presidente Emmanuel Macron, deciso a riformare le complesse e generose disposizioni esistenti nel Paese, a partire dal 2025 i lavoratori francesi inizieranno a contribuire a un nuovo sistema pensionistico pubblico.
Dopo giorni di scioperi (a detta di molti analisti completamente ingiustificati) che hanno sconvolto la vita in tutto il Paese, il primo ministro Edouard Philippe ha promesso benefici minimi completi di 1.000 euro al mese e ha affermato che l’età per ricevere la pensione salirà sino ad arrivare ai 64 anni nel 2027. Ad oggi l’età massima è di 62 anni.
Il primo ministro punta a far approvare la manovra entro la fine del prossimo anno.
Ho sentito le preoccupazioni espresse negli ultimi giorni. Li capisco. Potremmo non essere d’accordo su alcuni punti, ma l’ambizione è per un sistema universale con giustizia sociale. Non esiste un programma nascosto.
I sindacati hanno promesso di estendere e intensificare le loro proteste e scioperi iniziati giovedì scorso. Il moderato sindacato CFDT ha affermato che il governo ha attraversato “la linea rossa” scegliendo un unico sistema pensionistico per tutte le categorie di lavoratori (sopprimenti i privilegi di varie categorie).
La riforma mira a garantire che i pagamenti delle pensioni non gravino sul bilancio dello Stato e che tutti i partecipanti abbiano gli stessi diritti. Ciò comporta la cessazione dei regimi speciali che consentono ad alcuni lavoratori di andare in pensione quando hanno poco più di 50 anni.