Economia

Nuovo anno, nuove imposte

Come iniziare l’anno nuovo se non con delle nuove imposte? Ecco a voi le  nuove imposte previste per il 2020.

Plastic tax

Sono state lunghe ore quelle della commissione bilancio al senato per dare l’ok ad alcune misure previste nella nuova manovra, che passerà in aula il 16 dicembre.

Una delle nuove misure previste, è una nuova imposta sulla plastica. Questa imposta, dovrebbe essere diffusa a partire da luglio 2020. In breve, essa dovrebbe essere applicata a tutti i prodotti monouso in plastica. Gli unici prodotti ad essere esclusi, saranno quelli in plastica riciclata e quelli misti con una percentuale di plastica inferiore al 40%. Per quanto riguarda l’ammontare di questa imposta, si applicherà un prelievo di 45 centesimi per kg.

Sugar tax

Un’altra delle imposte previste dalla nuova manovra, è la Sugar tax ossia un’imposta sulle bevande analcoliche zuccherate. L’applicazione dell’imposta avrà luogo in ottobre 2020 sebbene fosse stata prevista l’applicazione già a partire da gennaio 2020. Questo slittamento costerà allo stato circa 175 milioni di euro punto l’ammontare dell’imposta invece sarà pari a 10 centesimi al litro.

Fortunato al gioco? Sfortunato col fisco

Nonostante tutti cerchiamo sempre il biglietto vincente che sia la lotteria, che seia un gratta e vinci qualunque, dal 2020 potremmo volontariamente desiderare di essere un po’ meno fortunati al gioco. Da marzo 2020, infatti, sarà applicato un prelievo sulle vincite maggiori di €500. Il prelievo in particolare, ammonterà al 20% della vincita totale anche nel caso di vincite istantanee, ossia con un banale gratta e vinci. Se pensate però di evitare questo prelievo tra gennaio e marzo, sbagliate: già dal 15 gennaio verrà sottratto il 20% dalle vincite alle slot machine per importi maggiori di €200.

Robin tax: ci risiamo

L’ultima innovazione della manovra è la Robin tax. In realtà, non si può parlare di innovazione. Questa imposta, infatti, venne già studiata 40 anni fa da Jimmy Carter,presidente degli Stati Uniti del tempo. Anche in Italia c’è stato un tentativo di introdurre questa imposta: nel 2008 col governo di Berlusconi venne introdotto un extra prelievo sui profitti delle aziende petrolifere ed energetiche pari al 5,5%. L’introduzione di queste imposta, però, portò la corte costituzionale ad esprimersi nel 2015 dichiarando l’imposta incostituzionale in quantoa a ledere la capacità contributiva dei consumatori e quindi violare i principi costituzionali.

L’imposta  prevista dal nuovo governo, attualmente, prevede l’addizionale Ires al 3%. L’ires, quindi, passerebbe dal 24% al 27% e sarebbe applicata a tutte quelle aziende che svolgono attività sulla base di concessioni autostradali, aeroportuali, portuali, ferroviarie, energetiche ,di sfruttamento di acque minerali e di frequenze radiofoniche e radiotelevisive.

Published by
Marianna Imbellone