Crollo delle borse più grande della storia? Prevedibile.
Può sembrare assurdo ma non è per niente così. Da anni (almeno 2) si parla del fatto che la maggior parte dei prezzi delle azioni siano sovrastimati e “dopati” da anni di bassi tassi di interesse e di QE. Su questa base il fondo di Hedge Fund Bridgewater, nel mese di dicembre, ha fatto una enorme scommessa sul crollo europeo a marzo.
Nel portafoglio del fondo guidato da Ray Dalio, che vanta 160 miliardi di dollari di asset gestiti, ci sono società quotate europee di primissimo piano, fra cui Airbus (0,51%), Société Générale (0,7%), Total (0,72%), Allianz (0,7%), Deutsche Boerse (0,7%), Santander (0,67%), Ing (0,7%) e Philips (0,7%).
Nel mese di dicembre il fondo aveva sottoscritto 1,5 miliardi di Put Options con scadenza a marzo. La scommessa, che secondo Ray Dalio serviva solamente a proteggere i suoi clienti, ha consentito al fondo di incassare svariati miliardi in questi giorni (ancora non ci sono cifre precise a riguardo e si scopriranno solo tra diverse settimane).
Il fondo, famoso per aver guadagnato anche durante la crisi del 2008, ha aumentato le sue posizioni corte contro le Blue Chips europee. Secondo Milano Finanza stiamo parlando si 10,8 miliardi di euro.
A Piazza Affari, per esempio, le posizioni corte di Bridgewater valgono circa 550 milioni di euro e prendono di mira Enel (0,5%), Intesa Sanpaolo (0,62%) e BancoBpm (0,6%). Short ben più consistenti colpiscono la Spagna (1,1 miliardi), l’Olanda (1,7 miliardi), la Germania (3,3 miliardi) e soprattutto la Francia (4,4 miliardi).