In questi giorni a più riprese si sono sentiti esponenti politici, imprenditori e anche qualche investitore occasionale chiedere a gran voce la chiusura delle borse per evitare svendite in un momento di crisi. Purtroppo non è una mossa saggia.
Chiudere la borsa significa oscurare il segnale di prezzo senza rimuoverne le cause, l’equivalente, quanto mai attuale, di buttare il termometro per non sapere se hai la febbre.
Oltre a questo, in aggiunta, si genererebbero tensioni sugli strumenti finanziari correlati all’andamento di borsa.
Un investitore che voglia alleggerire la quota Italia nel suo portafoglio, scaricherebbe, nel caso gli venisse vietato di vendere azioni , il peso dell’aggiustamento tutto sui titoli di stato , con quel che ne conseguirebbe sullo spread, sui bilanci delle banche e quindi sul credito.
Si può obiettare che potremmo vietare la negoziazione dei Btp.
Primo, sono strumenti negoziati ovunque per cui il divieto sarebbe inapplicabile, secondo la mancanza di negoziazione renderebbe i BTP illiquidi , il che renderebbe onerosissima per il tesoro la nuova emissione.
Voi vi fidereste di acquistare uno strumento che in un momento x può diventare illiquido? Non credo proprio.
Il risultato sarebbe che per fermare una fantomatica speculazione si costringerebbe il cittadino italiano a pagare tassi d’interesse elevatissimi.
Inoltre la chiusura della borsa renderebbe indisponibili i risparmi delle famiglie in una situazione di emergenza. Ma il terzo ed ultimo motivo per cui chiudere la borsa sarebbe sbagliato è che prima o poi la borsa va riaperta e alla riapertura, memori dei giorni precedenti, gli investitori venderebbero in massa subito e si ridurrebbero gli scambi nel medio periodo con un aumento del costo del capitale.
Solitamente ci si ferma a tre motivi ma in questo caso un quarto motivo è d’obbligo.
Siccome le negoziazioni avvengono in tutti i paesi , un provvedimento del genere avrebbe come effetto soltanto una riduzione degli scambi ed un conseguente aumento incredibile della volatilità.
In un certo senso stiamo assistendo ai risultati di una chiusura delle borse in misura soft. La Consob ha annunciato il divieto di vendita allo scoperto per il periodo di 3 mesi. Come risposta lo spread tra i BTP decennali italiani e i BUND tedeschi è balzato ben oltre i 300 punti base per poi scendere nuovamente dopo l’intervento rassicurante della BCE.
Come è possibile vedere nel grafico negli ultimi giorni i BUND decennali hanno avuto un andamento altamente volatile.
In una prima fase sono stati iper acquistati poiché considerati un bene rifugio e successivamente, con lo scoppio della crisi coronavirus anche sul territorio tedesco, il loro rendimento è salito vertiginosamente (pur trovandosi ancora in territorio negativo).
Soltando nella giornata di oggi si è registrata una variazione del 35%.