Si definitivo alla Camera al Dl sul taglio al cuneo fiscale con 254 favorevoli, 131 astenuti e nessun contrario. Dal primo Luglio viene ampliato il famoso “bonus 80 euro”: per i lavoratori dipendenti con redditi compresi tra euro 8174 e 28 000 , viene riconosciuto direttamente in busta paga un nuovo bonus 100 euro mensili. Prevista una detrazione fiscale per i redditi superiori e fino ai 40 000 euro.
Il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal dipendente e indica, quindi, la parte del costo del lavoro che viene versata sottoforma di imposta sul reddito o di contributi sociali.
Questo bonus è in rapporto al numero di giorni lavorativi ed è quindi pari a 600 euro per dipendente nel 2020 (con uno stanziamento di 3 miliardi di euro) e 1200 euro per il 2021 (stanziati circa 5 miliardi di euro). I sostituti d’imposta dovranno riconoscere il trattamento integrativo ripartendone l’ammontare sulle retribuzioni erogate, verificandone in sede di conguaglio la spettanza.
Chi prende gli 80 euro dal 2014 arriverà a quota 100: 20 euro in più. I lavoratori che percepiscono un reddito dai 26 600 ai 28 000 euro si vedranno incrementare la propria retribuzione di 100 euro. Per i redditi maggiori, il bonus i trasformerà in detrazione fiscale e andrà a calare man mano che aumenta il reddito: 97 euro al mese per un reddito da 29 mila euro e 94 euro per una altro da 30 mila, e cosi via (fino ad azzerarsi ai 40 mila euro).
Nel complesso, in Italia il cuneo fiscale è più alto che nell’ Area Euro per tutti i lavoratori tranne per i single a basso reddito, per i quali il cuneo fiscale è in linea e risulterebbe addirittura inferiore includendo il Bonus 80 Euro (da Luglio ampliato a 100 euro). Abbiamo analizzato singoli casi riferendoci a statistiche calcolate da alcuni istituti internazionali, quali la commissione Europea e l’Ocse.
Prendendo un lavoratore che percepisce un salario medio, l’Italia si colloca al terzo posto di tale classifica con un cuneo fiscale pari a 47,9 per cento, superata soltanto da Belgio e Germania con, rispettivamente, 52,7 e 49,5 per cento. In tale fattispecie, l’unico caso in cui il cuneo fiscale si trova al di sotto dell’ Euro-zona è quando il lavoratore single percepisce un reddito pari o inferiore al 67 per cento del reddito medio.
In tale situazione occorre distinguere se si parla di famiglia mono-reddito o avente più redditi. Con riguardo al cuneo fiscale calcolato per un lavoratore che percepisce il salario medio e ha coniuge e due figli (monoreddito) a carico l’Italia si colloca fra i paesi a maggior imposizione fiscale, avendo il secondo cuneo più alto dell’Eurozona (39,1 per cento) alle spalle della sola Francia (39,4 per cento). Se il coniuge percepisce anch’esso un reddito la situazione cambia: l’Italia rappresenterebbe il quarto cuneo fiscale più alto dell’Euro-zona con il 41,7 per cento.