La commissione Europea lancia ufficialmente il suo primo strumento anti-crisi. Si tratta di SURE, un fondo europeo di contrasto alla disoccupazione (acronimo di “Support to mitigate unemployment risks in emergency”) che con l’apporto di 25 miliardi di garanzie volontarie degli Stati permetterà di finanziare le “casse integrazioni” nazionali. Restano aperte altre possibili forme di prestito come il Mes o la proposta del Ministro Francese Le Maire.
” Con un nuovo strumento, siamo pronti a mobilitare 100 miliardi di euro contro la disoccupazione”. Debutta con questo annuncio il discorso rilasciato dal Presidente dell’European Commission Ursula Von der Leyen. Questo fondo quindi è pensato per aiutare a proteggere i posti di lavoro che risentono della pandemia di Coronavirus.
Un elemento di spicco della proposta, che aspetta il vaglio del Consiglio e cioè dei governi nazionali, è che la Ue emetterà bond, finanziandosi sui mercati fino a una potenza di fuoco di 100 miliardi di euro. Ottenibili grazie alla leva finanziaria a fronte di garanzie (proporzionate alle dimensioni di ciascuna economia) per 25 miliardi da parte degli Stati.
In realtà le differenze sembrano essere veramente minime: entrambi presterebbero soldi che verrebbero conteggiati nel debito pubblico Italiano e lo farebbero emettendo titoli sicuri (rating AAA) con un tasso di interesse bassissimo. Tuttavia, la somma di denaro che fungerebbe da garanzia per consentire l’emissione di titoli di debito risulta già stanziata nel caso del MES e ancora da stanziare per lo SURE. Anche la potenza del prestito è differente: il Meccanismo Europeo di Stabilità può prestare fino a circa 400 miliardi mentre il fondo SURE ne garantisce massimo 100 miliardi. Detta così sembrerebbe essere molto più conveniente l’utilizzo del MES. In realtà questo strumento, invece, risulta “scomodo” per la condizionalità posta sul prestito, solitamente concordata con lo Stato che lo riceve.
Accanto alla costituzione del fondo SURE, arriva una proposta dal Governo Francese: la costituzione di un fondo per la ripresa Europea. Un veicolo europeo che, a differenza degli altri strumenti (MES, BEI e SURE) guardi al medio-lungo periodo. Il fondo pensato dovrebbe essere finanziato attraverso un contributo dei partner o una tassa di solidarietà appositamente varata. I singoli paesi ne beneficeranno in proporzione ai danni subiti dalla crisi. Inoltre, non sarà gestito da un’istituto intergovernativo ma direttamente dalla Commissione Europea. Secondo il Ministro Francese questo la costituzione di questo fondo potrebbe rappresentare il primo passo verso la “costruzione di una sovranità economica Europea”.