La proposta di utilizzo di Eurobond ha visto l’Olanda capogruppo dei “falchi Europei”, ovvero il Paese più ostile all’introduzione di questo nuovo meccanismo di emissione di titoli di debito condivisi. Questa sua posizione ha fatto infuriare alcuni commentatori Italiani del mondo del giornalismo e della politica che l’hanno definita una paradiso fiscale.Ma davvero l’Olanda può essere definita tale? Cerchiamo di capirlo attraverso questa raccolta di dati ufficiali.
Nell’elenco aggiornato dei Paesi non cooperativi ai fini fiscali (la c.d. black list), estrapolata all’interno della Gazzetta Ufficiale Europea n. 386/2019, non traspare il nome dell’Olanda. Questo smentisce quindi le dichiarazioni della deputata Mara Carfagna, sostenuta a sua volta dal blog “Pagella politica”.
Tuttavia, alcuni recenti Paper pubblicati dalla Commissione Europea e dal Parlamento Europeo mostrano come l’Olanda rientri tra quei Paesi che adottano una politica fiscale aggressiva motivo per cui molte aziende, anche Italiane, hanno trasferito la propria sede fiscale.
Sicuramente non si può accusare l’Olanda di presentare una tassazione eccessivamente bassa come è intuibile dal grafico pubblicato all’interno della relazione “Doing Business.”
La Total Tax Rate è definita come il totale della sommatoria di tutto ciò che viene sottratto ai profitti delle società o dai redditi individuali. Il grafico mostra che il differenziale tra i due Stati (Italia, Olanda) si attesta intorno ai 15 punti percentuali: in Italia si pagano più tasse,imposte e contributi sui profitti. Tuttavia non si può dire che la tassazione olandese, vista in valore assoluto, sia molto vantaggiosa in quanto la pressione fiscale si aggira intorno al 45%.
Molti si staranno chiedendo: ” ma se la pressione fiscale in Olanda non è poi così tanto bassa come dicono, perchè molte imprese trasferiscono la loro sede fiscale?”
Una delle regioni che spinge molte attività a “fare impresa” in Olanda è la divergenza dell’efficienza del sistema, rappresentata da alcuni indicatori: la certezza del diritto, la facilità nell’avviare un’attività, la semplificazione burocratica, il livello di corruzione, la remunerazione dei depositi bancari. (la tabella mostra le evidenti differenze tra i due Paesi).
Altro fattore di rilevante importanza è “l’ambiente in cui di fa impresa”. Se analizziamo i dati macro-economici dei due Paesi è evidente la differenza dello “stato di salute”. Tra i maggiori indicatori di finanza pubblica da comparare osserviamo:
La capacità di far fronte ad uno shock economico come quello che stiamo vivendo è differente: lo spazio fiscale di cui l’Olanda può beneficiare è di gran lunga maggiore rispetto a quello Italiano. La bassa crescita e l’elevato debito non permettono al nostro Paese, infatti, di fare un ricorso eccessivo all’indebitamento netto, oltre ad incrementare il costo del debito da corrispondere agli investitori che ci prestano i soldi sul mercato, in seguito al basso grado di solvibilità.