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Paesino in Molise conia una moneta ma c’è l’inghippo

In un piccolo paese del Molise la spesa si può pagare con una valuta che non è l’euro o almeno così pare. La notizia del giorno è che il sindaco avrebbe coniato una valuta chiamata “ducato”. Vediamo i dettagli.

Il fatto

Il primo cittadino di Castellino del Biferno, infermiere e appassionato di risorgimento italiano, ha distribuito alla piccola comunità molisana i “ducati”.

La moneta castellinese è stata adottata con decreto sindacale 8, pubblicato lo scorso 17 aprile e fa seguito al regolamento comunale approvato nel 2018 il cui contenuto cita il regio decreto del 1831 del re di Napoli Ferdinando II.

L’inghippo

La “moneta” viene distribuita ai cittadini meno abbienti per effettuare la spesa nei negozi del Comune. In sostanza sono una versione personalizzata dei buoni spesa che stanno circolando in tutti i comuni.

I trattati dell’UE

Ovviamente la proposta folkloristica se presa seriamente (assai complicato) verrebbe considerata una violazione ai trattati. In quel caso lo strumento non avrebbe valore come moneta legale, essendo in violazione dell’art. 128 TFUE e Reg. CE/ 974/98 (articoli 2, 10, 11).

La moneta buona e quella cattiva

Di fatto i buoni pasto in questa situazione stanno svolgendo la funzione di moneta parallela. Una pratica sconsigliabile ma che è tollerata per un breve periodo di tempo a causa delle condizioni di necessità.
Bisogna comunque evidenziare che nonostante la temporaneità, la straordinarietà e i requisiti limitanti gli effetti della Legge di Gresham si sono visti anche questa volta infatti tantissimi utenti hanno scambiato i buoni pasto per euro (rinunciando ad una parte del valore).