A due giorni dall’eurogruppo rimbalza ovunque la proposta spagnola di eurobond perpetui. La proposta piace molto agli economisti (Guido Tabellini fu uno dei primi a proporlo) e permetterebbe di superare i blocchi politici.
Un bond perpetuo è una obbligazione che non rimborserà mai il suo capitale ma che periodicamente (una volta all’anno o ogni 6 mesi) pagherà la cedola per sempre.
In realtà tutte le obbligazioni perpetue presentano una opzione che consente di riacquistare il bond ad una data cifra in modo da estinguere il debito.
La proposta spagnola prevede di emettere bond perpetui per un valore complessivo di 1500 miliardi di euro aventi lo scopo di finanziare investimenti su tutto il territorio dell’Unione Europea.
Al momento si sa poco altro.
In Italia qualche politico tra cui Laura Castelli ha accolto favorevolmente la proposta purché il tasso sia 0.
Questo ovviamente è impossibile perché si tratterebbe di una donazione per svariati miliardi. Ragionevolmente nessun investitore vorrebbe semplicemente privarsi del proprio risparmio senza ricevere niente in cambio e quindi la proposta non è neanche in discussione (anche perché il tasso si decide sul mercato).
La proposta sembra altamente praticabile perché permetterebbe di superare un enorme ostacolo ossia quello dell’autorità fiscale.
Poiché il capitale dei bond perpetui pari a 1500 miliardi di euro in teoria non dovrebbe mai essere rimborsato la commissione europea potrebbe effettuare il pagamento delle cedole con un piccolo aumento dei contributi pagati dai singoli stati. Ciò permetterebbe ai singoli stati di non cedere la tanto amata sovranità fiscale.
Se la cedola fosse del 2% annuo si tratterebbe di pagare 30 miliardi di euro all’anno che vorrebbero dire pochi miliardi per singolo stato (che verserebbe comunque una cifra in proporzione al proprio PIL).
Il bilancio della commissione europea è pari a circa l’1% del PIL dell’unione europea quindi stiamo parlando di circa 160 miliardi di euro.
Portarlo all’1,5% non sembra uno sforzo titanico.