Nella conferenza stampa di presentazione del nuovo DPCM di ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affermato che i prezzi delle mascherine verranno calmierati. Qual è il problema?
Per poter rispondere a questa domanda è opportuno ritornare alla legge della domanda e dell’offerta. La base dell’Economia.
Immaginate che nello Stato X siano prodotte e vendute 3 mascherine al giorno, con un unico venditore disponibile.
Gli abitanti sono 5: Luca, Maria, Andrea, Paola e Anna.
Luca e Maria, con uno stipendio basso sono disposti a spendere massimo 20 euro per una mascherina, mentre Andrea e Paola anche 50 e Anna, la più ricca del Paese, anche 60.
L’unico venditore venderà a 50 euro le 3 mascherine disponibili accontentando solo Paola, Andrea e Anna (che addirittura spende 10 euro in meno di quanto sarebbe disposta a fare).
Il Governo decide così in diretta TV per aiutare Luca e Maria di fissare il prezzo massimo che chiedono loro: 20 euro.
Il venditore, onesto e rispettoso delle regole, apre la mattina dopo e scrive accanto all’insegna: MASCHERINE A 20 EURO!
Arriva così Anna che spendendo proprio quei 60 euro, BOOM compra tutte e 3 le mascherine, e a restare senza mascherine ora sono in 4 anziché 2.
Siccome in questo momento le mascherine presentano una elevatissima domanda non è detto che la produzione giornaliera riesca a soddisfarla tutta. Lasciar fluttare i prezzi permette alle persone che sentono una maggior necessità di quel bene di ottenerlo perché coloro che non hanno una necessità altrettanto elevata non pagheranno un prezzo più alto rispetto al prezzo associato al loro bisogno.
Con un prezzo bloccato è possibile che determinate persone e determinate imprese facciano incetta di questi beni per poi rivenderli nel mercato nero con un prezzo incrementato.
Di fronte ad un patologico eccesso di domanda rispetto all’offerta (produzione), le strade semplicemente sono due: o si incrementa l’offerta, o si riduce la domanda. Tertium non datur.