Ecobonus e sismabonus: rischio collusivo
Nel decreto rilancio sono stati inseriti due bonus che sembrerebbero molto convenienti ossia l’ecobonus e il sismabonus al 110%. Per come è stato pensato lo strumento si porta dietro un grande rischio collusivo: vediamo perché.
Come funzionano i bonus?
L’ecobonus prevede un credito d’imposta che arriva sino al 110% del valore del lavoro effettuato in 10 anni. Tra i lavori ammessi ci sono la sostituzione degli infissi, la sostituzione degli impianti di climatizzazione e l’inserimento di pannelli fotovoltaici e solari.
Il sismabonus prevede il medesimo credito del 110% in 10 anni per lavori di messa in sicurezza dell’abitazione in chiave antisismica.
In sostanza una persona fisica o un titolare di partita IVA può portarsi in detrazione ogni anno per 10 anni l’11% del costo del lavoro effettuato.
Tra le novità più interessanti vi è la possibilità di cedere il credito all’azienda che effettua i lavori o alla banca in questo modo i lavori risulterebbero praticamente gratuiti.
Il problema collusivo
Con un meccanismo di questo genere è molto facile intuire che esiste un forte incentivo alla sovrafatturazione per poter riscuotere dei crediti superiori rispetto a quanto spetterebbero per i reali lavori effettuati.
Gli scenari
Scenario numero 1
L’azienda effettua lavori per 100 e fattura 150.
Il soggetto che dovrebbe riscuotere il credito paga una cifra all’azienda inferiore rispetto all’extra credito che riscuoterà (la differenza tra 150 e 100) e entrambi i soggetti ci hanno guadagnato.
Scenario numero 2
L’azienda effettua lavori per 100 e fattura 150.
Il soggetto che dovrebbe riscuotere il credito d’imposta cede il credito all’azienda che potrà riscuotere una cifra superiore a quanto realmente gli spetterebbe. In cambio potrebbe effettuare in seguito un lavoro gratuitamente o potrebbe effettuare altre prestazioni ad un prezzo di favore.
Bisogna precisare che il comportamento collusivo potrebbe essere quasi nullo per il sismabonus perché prevede un iter burocratico molto più complesso e l’accertamento dei lavori da parte di un soggetto terzo.
Il problema della liquidità
Ora un lettore potrebbe sollevare un’obiezione molto sensata.
Potrebbe dire: “le aziende in questo momento hanno grandi crisi di liquidità e quindi lo scenario 2 non è possibile”.
Questa obiezione è legittima ma esiste un modo per superarla.
L’azienda potrebbe chiedere l’anticipo del credito alla banca quindi potrebbe ottenere immediatamente una cifra inferiore a 150 cedendo il suo credito di 150.
I costi di questi comportamenti andrebbero a pesare su tutta la collettività, come sempre.